I giochi olimpici del 2020 si terranno a Tokyo, in Giappone, patria per eccellenza dei videogame grazie a produttori storici di hardware e software come Nintendo, Sony e Konami… Ecco quindi che, nell’ambito dell’organizzazione del più importante evento sportivo globale, sorge la possibilità di veder finalmente sbarcare gli eSport alle Olimpiadi, grazie al sempre maggiore successo che le discipline elettroniche raccolgono nel mondo.
eSport alle Olimpiadi 2020? Sì, ma con molte limitazioni
È chiaro che, nel caso i rumors fossero confermati, la possibile novità dei giochi asiatici aprirebbe un nuovo interessantissimo capitolo nel panorama esportivo. A riguardo si è espresso il presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, che ha però precisato che l’apertura si potrà verificare soltanto nei confronti di quei giochi che non promuovano “violenza e discriminazione” in quanto “i cosiddetti killer game, dal nostro punto di vista, sono contraddittori rispetto ai valori delle Olimpiadi e non possono essere accettati”.
Pertanto per l’eventuale approdo degli eSport alle Olimpiadi ci troveremo di fronte ad una gamma ristretta di videogiochi, eliminando per forza di cose gli sparatutto – che pure rappresentano una larghissima fetta del gaming competitivo. “Se ci sono giochi che trattano l’uccisione di qualcuno – ha confermato Bach – non possono essere in linea con i valori delle Olimpiadi”. Quindi porta chiusa anche a titoli di ampia portata come Call of Duty o Fortnite, per quanto ambientati in universi più o meno fantasy.
Questo tipo di politica, però, restringe di moltissimo il campo, guardando quasi esclusivamente alle simulazioni sportive. Via libera dunque ai vari titoli che ripropongono più o meno fedelmente lo sport ‘classico’ di riferimento, come FIFA, NBA 2K, NHL e simili. Al massimo potrà esserci spazio per le simulazioni di guida o per ibridi come Rocket League, mentre ci sono dei dubbi per i titoli di arti marziali o combattimento. In ogni caso, sul tema si preannuncia un lungo dibattito.
HF4