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ESport, professione Mental Coach: parola all'esperto M. Lucchetta

"I player per competere hanno bisogno di una giusta condizione mentale: rilassamento, dialogo interno e visualizzazione"

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ESport, professione Mental Coach: parola all'esperto M. Lucchetta Fonte: Foto @hf4

Tra gli incontri più interessanti che abbiamo fatto a Milan Games Week 2018, la fiera dedicata al gaming, che si è svolta presso Fiera Milano Rho dal 5 al 7 ottobre, c’è sicuramente quello con Mauro Lucchetta, psicologo dello sport e degli eSports. In articoli e interviste precedenti, vi avevamo parlato dell’importanza per un pro player di avere vicino un preparatore atletico che si occupi della sua salute mentale per ottenere le migliori prestazioni senza accumulare troppo stress.

Abbiamo chiesto allora al Dottor Lucchetta d raccontarci meglio in cosa consista la sua professione, ancora poco conosciuta, soprattutto a chi non è ‘dentro’ questo mondo. “Questa è un’attività relativamente nuova ed è un settore praticamente agli albori. Riguarda la tutela e lo sviluppo dell’abilità dei player, che per competere e affermarsi hanno bisogno di una giusta condizione mentale” – ha spiegato.

La preparazione dei gamer, spiega l’esperto, può essere divisa in 3 aree principali: “il rilassamento, il dialogo interno e la visualizzazione, sono proprio le tecniche che si utilizzano per arrivare nella condizione di gara in maniera ottimale” – ha aggiunto. Abbiamo chiesto allora allo psicologo di farci un esempio di ‘allenamento’, il primo che gli venisse in mente: “Parliamo del comportamento visivo, per cui sappiamo che in base a come ci muoviamo su schermo con gli occhi, abbiamo una funzionalità migliore o peggiore in game. E noi possiamo studiare questo comportamento grazie a dei dispositivi che ci rivelano come intervenire. Questo aiuta anche la concentrazione del player” ha risposto.

E più che i singoli gamer, che a volte si avvicinano a Lucchetta per chiedere qualche consiglio, molto importante è il rapporto con i Team: “Sono loro che decidono e determinano l’attività vera e propria, perciò spesso mi contattano perché hanno l’intenzione di sviluppare un progetto con una squadra e hanno bisogno di gestirne i membri che spesso nemmeno si conoscono. Quindi si lavora in parte sull’aspetto relazionale, in parte su loro potenziale“.

Inevitabile, specialmente per il ruolo che Lucchetta ricopre, la domanda sul preconcetto che incombe sull’eSport, nonostante si stia affermando sempre di più come disciplina sportiva. “Possiamo definire il cambiamento della percezione del gaming, come un cambiamento sociale perché i nati dal 1980 in poi, oggi sono già genitori, e sono genitori cresciuti col digitale. Questo riduce molto il pregiudizio nei confronti di questo mondo. L‘Ordine degli psicologi della Lombardia è da anni presente alla Fiera, proprio per sensibilizzare e far conoscere i valori positivi del giocare, c’è anche una funzione educativa sia per i ragazzini sia per i genitori” – ha dichiarato.

Ecco allora che nel discorso spuntano fuori i serious games, quei giochi cioè che si utilizzano per migliorare l’apprendimento, come per esempio Minecraft: “Questi videogiochi sono sempre esistiti, oggi chiaramente sono più vicini alle scuole perché i bambini nascono e crescono col digitale. È il costrutto della gamification: saper creare delle regole reali che siano simili a quelle dei giochi, perché ai ragazzi piacciono rendendo più coinvolgente anche la vita normale” – ha concluso.

HF4

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