La storia si ripete, immancabile e puntuale come un orologio svizzero. Anzi, come un orologio turco, perché l’Efes non sarà quella che fino a un paio di anni fa dominava in lungo e in largo per l’Europa, ma intanto quest’anno in Italia s’è presa due vittorie su due partite, e quella con l’Olimpia è stata in bilico (si fa per dire) solo per qualche spicciolo di partita a metà del terzo quarto. Per tutto il resto del match, l’Anadolu ha viaggiato a velocità doppia, complice però la serata mortifera di Milano che tira col 37,8% dal campo, contro il 69,1% dei turchi. Numeri impietosi che spiegano l’84-96 finale, ma sono tante le cose a cui si fa fatica a dare una ragione.
- Avvio shock, ma non è più solo un caso
- L'illusione della rimonta, il finale a luce spenta
- Messina senza scuse: "Primo tempo vergognoso"
Avvio shock, ma non è più solo un caso
Messina dopo la botta rimediata con lo Zalgiris aveva parlato senza mezzi termini di “squadra schizofrenica”, stasera però si fatica a trovare un aggettivo che possa spiegare quello che sono stati i primi due quarti mandati a referto dall’Olimpia. Beccata dai fischi del proprio pubblico mentre tornava negli spogliatoi per l’intervallo lungo, perché al netto delle tante assenze (Nebo, Causeur, Diop e pure McCormack a un tiro di schioppo dalla palla a due) è davvero complicato entrare nella testa dei giocatori e capire perché non riescano mai a carburare prima di tornare a bere un tè negli spogliatoi.
I parziali del primi tempi delle ultime uscite di Eurolega testimoniano quanto gli approcci di Milano siano rivedibili e tali da obbligarla a complicarsi maledettamente la vita: 26 punti a Monte Carlo, 27 punti al Pireo, 25 stasera contro l’Efes. Che all’intervallo lungo si ritrova avanti di 21 punti, arrivando quasi a “doppiare” Mirotic e compagni. I quali hanno un moto d’orgoglio nel terzo periodo, quando con un 34-20 di parziale in 10’ rimettono in discussione una partita altrimenti già morta e sepolta da un pezzo.
L’illusione della rimonta, il finale a luce spenta
Quello che nessuno riesce a spiegare è perché l’Olimpia riesca ad avere sempre tante facce differenti all’interno della stessa serata. Quella del terzo quarto è una squadra capace di dettare legge contro chiunque: Mirotic è l’ispiratore, Brooks, LeDay e soprattutto Shields (che aveva chiuso il primo tempo a secco di punti) i perfetti esecutori di una rimonta che di colpo prende vita, tanto che sul -4 la sensazione è che l’inerzia sia tutta dalla parte di Milano.
Sembra di rivivere la serata con lo Zalgiris, ma a umori invertiti: stavolta è l’Olimpia a mettere pressione agli avversari, che perdono anche Larkin per infortunio e vacillano paurosamente. La fatica però chiede il conto ai ragazzi di Messina, che provano a restare a contatto per un po’, ma che alla lunga cedono sotto le bombe di Smits e le fiammate sempre assestate al momento opportuno da Elijah Bryant, che combina 38 punti col compagno di merende Darius Thompson.
Messina senza scuse: “Primo tempo vergognoso”
“Questi up&down sono legati a fattori emotivi e mentali, cose su cui dobbiamo migliorare”, ha commentato Messina. Che poi c’è andato giù duro con i suoi ragazzi. “Congratulazioni all’Efes, che ha imposto il suo ritmo dall’inizio.
Il primo tempo è stato vergognoso, senza competitività, senza sforzi per fare le cose assieme, davvero difficile da vedere. Abbiamo finito con 5 falli, una cosa inaccettabile. Possiamo solo chiuderci in palestra e vedere se c’è un modo per uscire da questa situazione”. Anche se questo potrebbe dire rivoluzionare la squadra sul mercato. “A caldo meglio non parlare, ma dobbiamo ragionarci bene, perché così ha poco senso andare avanti”.
Messina aspetta segnali, con Nico Mannion che rimane in cima ai pensieri (il Red Bamba è chiaramente tentato dalla soluzione Olimpia, ma Milano e Varese non si parlano e lo stallo per ora rimane immutato). Ma se l’Olimpia è questa, non basterà certo Mannion a risollevarla.