Elena Pietrini ha trasformato una sera speciale in un istante da non dimenticare più: la vittoria dell’Italia del volley contro la Francia ha dato linfa al sogno europeo e fatto decollare le Azzurre di Davide Mazzanti fino a Bruxelles.
L’obiettivo minimo è centrato, adesso viene il difficile. Non che per l’ItalVolley di Davide Mazzanti tutto questo possa rappresentare un limite: il cammino netto a EuroVolley (7 vittorie su altrettante uscite, tutte per 3-0) alimenta sogni di grandeur, ma la semifinale contro una tra Turchia (probabile) e Polonia è una montagna dura e impervia da scalare.
Una sfida alla quale però l’Italia arriva con qualche certezza in più e con la convinzione di avere le carte in regola per giocarsela, al netto del valore delle rivali che è certamente superiore rispetto a quello delle squadre affrontate nelle scorse settimane.
Eppure è nelle difficoltà che questa nazionale ha saputo esaltarsi, trovando sempre risorse differenti a seconda del contesto. Un po’ come si conviene a una squadra che sa di non poter fare affidamento soltanto su una giocatrice, preferendo esaltarne una alla volta in base alle necessità del momento. Quello che è successo anche contro la Francia, dove la protagonista della sera di gala ha avuto il volto di Elena Pietrini.
- La crescita al momento giusto
- Nel mirino della critica
- Perché sarà tutta un'altra storia
- La semifinale venerdì 1 settembre ore 17
La crescita al momento giusto
Immersi nel dualismo tra Antropova ed Egonu (per ora il piano Europeo di Mazzanti regge: Kate attacca forte e fa male alla ricezione avversaria, Paola entra quando c’è da incutere timore o rimediare a qualche passaggio a vuoto e puntualmente rimette le compagne in carreggiata), di Pietrini ci si è un po’ dimenticati nel corso della manifestazione.
Le treccine bionde con le quale s’è presentata alla gara d’esordio contro la Romania non sono sfuggite all’occhio dei fotografi e dei curiosi, ma una volta fatta l’abitudine il dettaglio ha perso interesse.
Nel mirino della critica
E così sono state le prestazioni della futura schiacciatrice di Kazan a destare qualche perplessità: non sempre efficace in ricezione, a volte un po’ imprecisa in attacco, Elena è finita un po’ nel mirino della critica, che ha esaltato molto di più la verve difensiva di Sylla (che è migliorata tanto in questo fondamentale) ponendola come la pedina chiave nel reparto delle schiacciatrici.
Pietrini poi fino a prova contraria a inizio Europeo era l’indiziata numero uno a lasciar spazio ad Antropova qualora Mazzanti avesse avuto voglia di spostare la neo italiana in posto 2, facendola giocare assieme a Egonu (in posto 4). Esperimento bannato più per il poco tempo a disposizione per prepararlo a dovere che per motivi tecnici, tanto che sin qui il reparto schiacciatrici ha vissuto una rassegna senza turnover.
Perché sarà tutta un’altra storia
Se contro la Spagna aveva mandato segnali importanti in attacco, contro la Francia Pietrini ha offerto finalmente una prova all around, tenendo bene in ricezione e poi sprigionando tutti i cavalli del motore quando c’è stato da mettere giù palloni.
Una prova che ha confortato Mazzanti, che in vista di una semifinale comunque complicata (specie se dall’altra parte della rete dovessero esserci le turche) sa di non poter prescindere dai tanti punti che Elena ha in mano.
Dopotutto un mese e mezzo fa, quando la Turchia fece un sol boccone della giovane Italia nei quarti di finale della Nations League, Pietrini come molte altre sue compagne non era stata convocata, lasciata a riposo proprio in vista della massima rassegna continentale.
La semifinale venerdì 1 settembre ore 17
E questo basta per spiegare perché la sfida di venerdì (che l’Italia ha chiesto di giocare alle 17, poiché alle 21 c’è Italia-Serbia della maschile a Perugia) sarà davvero tutta un’altra storia rispetto alle recenti uscite contro le turche (continuiamo a dare per scontato che saranno loro ad avanzare nel quarto contro la Polonia, ma la sostanza poco cambia).
Mazzanti contro la Francia ha ritrovato una squadra coriacea e decisa, a tratti pure sfrontata (i 15 muri stampati in faccia alle transalpine sono l’altra bella notizia di serata), ma soprattutto ha potuto constatare la crescita di Pietrini che è diventata (adesso si) la prima vera alternativa ad Antropova. Una risorsa troppo preziosa per puntare a quella medaglia d’oro che rimetterebbe tante cose a posto, pensando alle polemiche che hanno accompagnato la marcia di avvicinamento a EuroVolley.
Polemiche che adesso tanto vale lasciare chiuse in un cassetto, almeno fino a domenica: Bruxelles è una scommessa d’amore, e l’Italia vuol cucirsi un’altra stella continentale sul petto.