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Europei Volley, l'Italia tra Egonu e Antropova: perché Mazzanti punta su Kate e sul nuovo ruolo di Paola

Italia-Francia: quarto di finale in programma martedì 29 agosto con le Azzurre che godono dei favori del pronostico per il passaggio in semifinale. Intanto tiene banco il dualismo tricolore tra Paola e Kate

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La sera di martedì 29 agosto è quella del quarto di finale tra Italia e Francia (diretta Rai 2 e Sky Sport, ore 21,15), entrambe determinate a staccare il pass per la semifinale degli Europei di volley. Resta una gara a dividere l’Italia della pallavolo femminile dall’accesso alle magnifiche quattro che si giocheranno l’edizione 2023 di EuroVolley.

Il Ct Davide Mazzanti ha caricato a dovere le Azzurre ed è facile intendere che neppure in questa occasione rinuncerà alla staffetta che sta tenendo banco da inizio competizione: Ekaterina Antropova titolare con Paola Egonu pronta a incidere subentrando dalla panchina.

Azzurre con il favore dei pronostici

E le azzurre potranno farlo forti di un filotto di 6 vittorie senza nemmeno un set lasciato per strada, che per quanto si poteva ipotizzare non è nemmeno così sorprendente, pensando al valore delle avversarie incontrate lungo il cammino (solo la Spagna ha fatto un po’ soffrire l’Italia nell’ottavo di finale disputato sabato sera).

La Francia, sulla carta, ha qualcosa in meno, ma sarà comunque una sfida piena di insidie e di incognite, da affrontare con la massima attenzione e con tutte le cartucce caricate a dovere. Come quelle nel ruolo di opposto, dove Ekaterina Antropova ha ricoperto sin qui il ruolo di titolare, con Paola Egonu in uscita dalla panchina.

La staffetta tra Antropova ed Egonu

Una “staffetta” che a molti ha ricordato quella tra Rivera e Mazzola nel calcio, ma che in realtà ha finito soprattutto per rendere un po’ più avvincente la prosa narrativa legata alla spedizione azzurra.

Perché Antropova in campo ha risposto con i fatti: non ha pagato dazio all’emozione del debutto in nazionale (di fatto è stata arruolata a una manciata di ore dall’esordio contro la Romania) e ha sempre offerto un contributo all’altezza della aspettative. E questo ha permesso a Mazzanti di “giustificare meglio” la scelta di preferirla a Egonu, da tutti considerata il miglior opposto al mondo.

La spiegazione tecnica di Mazzanti

Va detto che una spiegazione tecnica sul perché il commissario tecnico abbia scelto Antropova rispetto a Egonu non è necessariamente facile da individuare. Entrambe sono giocatrici che meritano di disputare un Europeo da titolari: Kate lo ha dimostrato nel corso di un’annata super vissuta a Scandicci, che ha portato a un passo dalla finale scudetto.

Paoletta è il simbolo della pallavolo italiana da mezzo lustro a questa parte, la giocatrice più ammirata e al tempo stesso discussa, perché accusata a volte di tradire nei momenti che più contano (vedi Olimpiadi e Mondiali dell’anno passato) e mal vista da una frangia di accusatori seriali, parecchi dei quali mossi da ben altre intenzioni che esulano dallo sport in senso più stretto.

La reazione di Paola (un po’ ci ha fatto male)

Di sicuro Egonu qualche volta ha reagito male: lo sfogo seguito alla finale per il terzo posto con gli USA dello scorso mondiale, quando annunciò di voler abbandonare la nazionale (salvo poi tornare sui suoi passi tre mesi fa), in qualche modo è stato visto come un segnale di poca integrazione all’interno del gruppo.

Insomma, Paola è da sempre una leader conclamata, e la sensazione un anno fa era che quel ruolo lo avesse perso. Forse è in quel momento che Mazzanti ha deciso di guardarsi altrove e pensare a un’Italia che potesse vivere anche senza il suo opposto cardine.

Con Antropova arrivata al momento più opportuno: stesso ruolo, stesse stats, stessa fame di vincere. E un passaporto preso “per meriti speciali” a un tiro di schioppo da EuroVolley. Un quadro perfetto per pensare di risolvere i problemi a monte.

Il valore aggiunto di Egonu nel nuovo ruolo

Solo che poi Egonu ha deciso di tornare a far parte della nazionale, e Mazzanti in qualche modo s’è dovuto adattare alla situazione. L’ha accolta come un padre col figlio prodigo, ma le ha spiegato che le cose erano cambiate.

Abbiamo parlato molto del suo nuovo ruolo, c’è un po’ di strada da fare ma troveremo un modo per rendere al meglio.

Paoletta è diventata quello che nel basket è il sesto uomo, il primo a uscire dalla panchina. Un paio di volte il commissario tecnico l’ha mandata dentro a risolvere pratiche che cominciavano a prendere brutte pieghe, e lei ha risposto prendendo per mano le compagne e ribaltando l’inerzia del set.

Nessuno può vantare una carta tanto potente in uscita dalla panchina, e agli occhi di Mazzanti (e della federazione, concorde con la sua linea) questo deve diventare un punto di forza. Anche perché nel frattempo Antropova ha dimostrato di saper guidare a suo modo la squadra con personalità e tanti punti nelle mani.

Arrivati a un quarto di finale di un Europeo, tempo per lanciarsi in esperimenti non ce n’è: si è parlato tanto di una combo nel sestetto titolare con Egonu opposto e Antropova spostata in banda, nel ruolo di schiacciatrice, ma a conti fatti questa è rimasta solo un’idea appena abbozzata nelle prime gare. Le gerarchie nella testa del coach sono chiare e le dirette interessate sembrano aver preso coscienza del loro ruolo specifico all’interno del piano tattico.

La scelta di Kate

Antropova è il volto nuovo di una nazionale che sin qui ha convinto, al netto di avversarie che non sempre ne hanno evidenziato i punti critici. Già contro la Francia si avrà un quadro più definito sulle reali possibilità di difendere il titolo continentale.

Quanto a Kate, il suo inserimento è stato rapido e indolore: gioca col sorriso e con la voglia di sorprendere, figlia un po’ anche dei 20 anni che porta sulle spalle. L’intesa con Orro ha pagato subito dividendi, il feeling con le compagne non è mai venuto meno.

Nata in Islanda da genitori russi, è finita in Italia perché la mamma Olga (ex portiere di pallamano) e il papà (ex pivot nel basket) hanno ritenuto che questa potesse essere la scelta migliore per assecondare i suoi desideri di diventare una giocatrice di pallavolo, facendola crescere nella culla del volley internazionale.

Una scelta che gli italiani hanno accolto con favore, pensando a ciò che mostra ogni partita in campo. Una ragazza con la mente aperta, che parla 5 lingue (italiano, russo, inglese, francese e spagnolo) ma che comunica soprattutto con schiacciate e a muro: averne di problemi come quelli di Mazzanti…

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