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F1, Ben Sulayem sempre piĆ¹ nei guai: pressioni anche su Las Vegas e la FIA apre un'inchiesta ufficiale

In Formula Uno non passa giorno senza nuove rivelazioni: il presidente FIA Ben Sulayem di nuovo nella bufera per presunte pressioni a non far correre il GP di Las Vegas, la FIA ufficializza l'avvio di una indagine interna

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, ĆØ il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farĆ  innamorare

Con Max Verstappen che domina senza rivali in pista, nel dorato mondo della Formula 1 non resta di meglio da fare, se non andare a cercare altrove le notizie che possono tenere desti gli appassionati. E non passa giorno dove non esca fuori qualcosa di sorprendente: dopo la vicenda Horner, della quale non ĆØ ancora stata scritta lā€™ultima parola, ora ĆØ il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ad essere finito al centro di un nuovo caso diplomatico, anzi due, destinati a trovare vasta eco anche nelle prossime settimane.

Anche perchĆØ la stessa Federazione Internazionale Automobile in serata con una nota nota ha ufficializzato lā€™avvio di unā€™inchiesta interna.

Il primo attacco: il presunto favoritismo ad Alonso

PerchĆ© il personaggio in questione non ĆØ un tipo come un altro: ĆØ il presidente della federazione internazionale, e pertanto deve garantire un comportamento al di sopra delle parti, oltre che di ogni ragionevole sospetto. E nelle ultime 24 ore sono stati almeno due gli ā€œattacchiā€ ricevuti dal saudita, chiamato a difendersi su due fronti distinti.

Il primo riguarda la presunta pressione rivolta nei confronti dei commissari di gara del gran premio di Arabia Saudita dellā€™anno passato, quando il presidente FIA chiese (stando a quanto riportato nel verbale di fine gara dal responsabile della conformitĆ  degli atti in pista, Paolo Basarri) di rivedere la sanzione comminata nei confronti di Fernando Alonso, terzo al traguardo ma reo di essersi posizionato appena fuori dalla piazzola al via (venne penalizzato con una sosta di 5 secondi ai box, ma in quei 5 secondi un meccanico toccĆ² la macchina quando non poteva intervenire). Dopo ore di conciliabolo, Alonso venne confermato in terza posizione, ma subito si sparse la voce che ciĆ² accadde in forza dellā€™invito fatto da Sulayem.

Il caso Las Vegas: pressioni per non omologare la pista

Il secondo, sempre riportato da BBC, riguarderebbe presunte pressioni ricevute dai funzionari chiamati a omologare il tracciato cittadino di Las Vegas, prova del mondiale di Formula Uno disputata peraltro in un orario decisamente inconsueto (le 22 locali), ma caratterizzata da uno spettacolo di luci, fuochi dā€™artificio ed effetti speciali davvero unici nel suo genere. Una fonte anonima ha affermato che ā€œper volere del presidente FIA era necessario trovare un modo per non autorizzare la sicurezza del circuito per la garaā€.

Affermazione che riprende quanto scritto in un rapporto che il responsabile della conformitĆ  della FIA ha inviato al comitato etico, secondo il quale ā€œlo scopo della comunicazione ricevuta dai vertici FIA era di trovare difetti nella pista per ritirare la licenza, anche in modo artificiale e indipendentemente dalla loro effettiva esistenzaā€. Un proposito che pure non sarebbe stato individuato dai funzionari chiamati ad acconsentire alla richiesta giunta direttamente dagli uffici presidenziali FIA: altri funzionari presenti avrebbero perĆ² affermato che le richieste fatte da Ben Sulayem fossero differenti, sebbene loro stessi confermino che pressioni sono state fatte. La vicenda rimane intricata, ma da qualche parte dovrĆ  pur portare.

Caso Ben Sulayem: la FIA apre unā€™indagine sul suo presidente

Pur senza nominarlo la FIA ha ufficializzato in serata lā€™indagine interna a carico ā€œdi alcuni membri dei suoi organi direttiviā€ per valutare eventuali inadempienze. Questo il testo della nota ufficiale della Federazione Internazionale:

ā€œLa FIA conferma che il Compliance Officer [direttore della conformitĆ , ndr] ha ricevuto un rapporto che descrive nel dettaglio potenziali accuse che coinvolgono alcuni membri dei suoi organi direttivi. Il Dipartimento per la ConformitĆ  valuterĆ  queste situazioni, come da prassi comune in queste questioni, per garantire che il giusto processo sia seguito meticolosamente. ƈ spiacevole e fonte di preoccupazione che la questione sia stata divulgata ai media senza alcuna autorizzazione preventiva e che alcuni elementi del rapporto siano stati riportati in modo imprecisoā€.

Le prossime tappe: il Senato FIA si riunirĆ  ad aprile

Difficile stabilire oggi a cosa possa andare incontro il principe saudita: cā€™ĆØ chi ĆØ convinto che il Comitato Etico della FIA (interpellato dal Comitato di ConformitĆ ), lā€™organismo che dovrĆ  sottoporre le sue deduzioni al Senato FIA, impiegherĆ  non meno di un mese e mezzo per inviare il dossier definitivo. Che oltre alle due rivelazioni emerse dai canali BBC farĆ  menzione anche di un potenziale conflitto dā€™interessi con Toto Wolff e di rimborsi spese dellā€™ufficio di presidenza non in linea con i requisiti previsti dallā€™incarico ricoperto.

A detta di qualcuno, questi capi dā€™imputazione sarebbero finalizzati a spingere Ben Sulayem verso le dimissioni, sebbene questa non sia unā€™opzione attualmente sul tavolo. Potrebbe perĆ² essersi intrecciata anche la vicenda legata a Horner: la FIA avrebbe gentilmente chiesto a Max Verstappen (non proprio uno che si fa dire cosa dare in pasto a stampa e tifosi) di prendere una posizione univoca sul caso legato al suo team principal, cosa che sin qui non ĆØ avvenuta nĆ© in una direzione, nĆ© in unā€™altra. Ma la terra sotto ai piedi del principe saudita non ĆØ mai stata cosƬ in movimento.

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