Eddie Jordan, durante il podcast Formula for Success, ha parlato a lungo del corteggiamento durato più di un decennio per Ayrton Senna, interrotto solo dalla tragica morte nel 1994 del campione brasiliano.
“Nel 1982 avevo un ragazzo di nome Jim Wright che era il mio scout, allora facevo le cose in modo diverso, seguiva tutte le gare giovanili per vedere chi avrei potuto trovare per la Formula 3, e un giorno mi disse: ‘Dio Eddie, devi vedere questo ragazzo chiamato Da Silva’. Era arrivato terzo nel festival della Formula Ford e aveva a che fare con Dennis Rushen, che si occupava di Formula Ford 2000, così andai a Snetterton per vederlo. Ricordo che m’impressionò particolarmente alle Esses, una curva che la maggior parte dei piloti non riusciva a percorrere assolutamente in pieno, mentre questo ragazzo ci riusciva ogni volta e non perdeva mai la traiettoria con il suo pneumatico anteriore sinistro mentre le percorreva. Ho pensato che sembrava avere le carte in regola in termini di controllo, comprensione della velocità, precisione e costanza, e ho cercato di ingaggiarlo per la stagione 1983, ma non ci sono riuscito perché era un pilota Marlboro. Non avevo abbastanza appeal, e Dick Bennett era una specie di guru del West Surrey Racing. Era stato mandato lì dalla Marlboro. Cercai disperatamente di ingaggiarlo, ma Dick e io ci siamo uniti perché ho ottenuto l’accordo con la Marlboro per Macao. Dopo quella gara non ha mai più guidato in Formula 3 e ha cambiato nome in Senna. Qualche tempo dopo, fu lui a mettermi in contatto con Rubens Barrichello, e siamo sempre rimasti ottimi amici”.
Senna esordì nel 1984 in Formula Uno ed Eddie Jordan provò succsessivamente ancora a ingaggiarlo: “Era deluso dalla McLaren, e prima di passare alla Williams non era felice; che ci crediate o no, ma gli ho offerto il 50% del team gratis per venire a guidare per la Jordan, ma avrebbe dovuto rimanere come co-proprietario. Credevo che con Senna in squadra il valore effettivo del team sarebbe stato più che raddoppiato. Stavo perdendo metà della mia proprietà, e ho pensato che sarebbe stato un colpo davvero forte, ma avrei avuto uno come Senna nel mio team, e il riconoscimento della squadra e gli introiti delle sponsorizzazioni si sarebbero moltiplicati a dismisura”.
Le trattative proseguirono bene: “Mi è sempre piaciuto Ayrton e la trattativa sarebbe potuta andare in porto, ma purtroppo è scomparso nella tragedia di Imola. Non sto dicendo che avrebbe accettato, ma eravamo in una fase piuttosto avanzata relativamente alle trattative. Voleva avere una squadra, e io gli stavo dando questa opportunità“.