Ancora sei gare, tre mesi in tutto e poi finalmente Lewis Hamilton sarà un pilota della Ferrari. Il 7 volte campione del mondo in questa seconda lunga sosta di quasi un mese prima delle tappe americane del Mondiale, ha avuto tempo e modo di rilasciare una intervista a cuore aperto al Sunday Times in cui tra le altre cose ha confessato di aver sofferto in passato di depressione e rimarcato di prendersi cura continuamente della sua salute mentale. Intanto c’è chi, come Gunther Steiner ha riaperto la ferita di Abu Dhabi 2021 quando l’inglese perse il titolo all’ultimo giro da Max Verstappen.
- Hamilton, la depressione e il bullismo: "Come ne sono uscito"
- Hamilton, il bullismo e la meditazione
- Ferrari, allarme Hamilton la Lewis rassicura: "Sono in formissima"
- Abu Dhabi 2021, Steiner: "Senza Masi Hamilton avrebbe 8 Mondiali"
Hamilton, la depressione e il bullismo: “Come ne sono uscito”
In passato Hamilton ha spesso parlato di essere stato vittima da ragazzo di bullismo e razzismo. Questa giovinezza così difficile ha portato al piccolo Lewis diversi problemi di equilibrio, con se stesso e con gli altri. Tanto da sfociare nella depressione. Lo ha detto a chiare lettere il prossimo pilota della Ferrari in un’intervista molto intensa al Sundey Times:
“Quando avevo vent’anni ho passato periodi molto difficili. Ho lottato con la mia salute mentale per tutta la mia carriera. Soffrivo di depressione da quando avevo 13 anni. Credo che fosse per la pressione di gestire la scuola e le corse, mentre ero vittima di bullismo e non avevo nessuno con cui parlare. Poi trovai una terapista, ma non mi aiutò molto. Adesso vorrei ricominciare“.
Hamilton, il bullismo e la meditazione
Nell’intervista al giornale inglese, Hamilton lascia intendere di essere in continua lotta per l’equilibrio del corpo e della propria mente: “La meditazione è un grande modo per riconettermi con me stesso, con i miei sentimenti, capire quello che voglio fare. Mi sveglio alle cinque del mattino, medito e poi corro per 10 chilometri”.
E poi un altro tarlo, o meglio dire malessere. Legato al bullismo di cui è stato vittima: Non potevo scappare. Era ovunque: a scuola, nei parchi, in città. Non lo capivo e i miei genitori non ne parlavano. Mio padre mi diceva solo di tenere la testa bassa, di non parlare, di tenere per me le emozioni e di battere gli altri in pista”.
Ma Lewis ne è uscito anche grazie alla F1 e alle vittorie. Sulla scia dell’omicidio di George Floyd, negli Stati Uniti, nel 2020, Hamilton è diventato uno dei portabandiera della protesta Black Lives Matter inginocchiandosi prima di ogni gara sulla griglia di partenza dei vari Gp: “A che serve, pensai, vincere 7 mondiali se poi non puoi avere voce e dare voce a chi ne ha bisogno?“.
Ferrari, allarme Hamilton la Lewis rassicura: “Sono in formissima”
Riguardo al futuro in F1 che si tingerà di rosso Ferrari, Hamilton ci tiene a rassicurare tutti i tifosi della scuderia di Maranello: “Sono in ottima forma, fisicamente e mentalmente. I miei tempi di reazione risultano ancora più veloci rispetto ai ragazzi più giovani e penso di essere un pilota migliore di quando avevo 22 anni”.
Abu Dhabi 2021, Steiner: “Senza Masi Hamilton avrebbe 8 Mondiali”
Intanto riaffiorano i fantasmi della F1 per Lewis Hamilton nelle parole dell’ex team principal Haas, Gunther Steiner che nel suo nuovo libro “Unfiltered” ha riaperto il capitolo di Abu Dhabi 2021 quando il Mondiale si decise all’ultimo giro con la gara che venne fatta ripartire dopo la Safety Car dando un innegabile vantaggio a Max Verstappen con gomma nuova rispetto a Lewis Hamilton con gomma vecchia.
Se Charlie Whiting (ex direttore di gara, morto nel 2019, ndr) avesse potuto prendere il posto di Michael Masi ci sarebbero state molte meno polemiche e imbarazzi. E di sicuro Lewis avrebbe vinto 8 mondiali. La gestione di quella gara, a livello regolamentare, al di là del tifo, è stato davvero uno spettacolo di me..a!”