Dietro al poco sorprendente trionfo McLaren al GP di Spagna si è consumato un redde rationem sul filo dell’assurdità con protagonista Max Verstappen. Il pilota Red Bull ha mandato all’aria la possibilità di mettere a referto un po’ di punti per la sua classifica sia per una scelta non ottimale delle gomme, che soprattutto per le intemperanze di cui ha dato sfoggio in pista sul finale di gara, e che hanno coinvolto loro malgrado Charles Leclerc e in particolare George Russell (con il quale non è che scorra tra l’altro buon sangue).
- Il contatto tra Max Verstappen e Charles Leclerc
- La sportellata di Verstappen a Russell
- Rosberg invoca la bandiera nera, e Verstappen potrebbe rischiare con la Superlicenza
Il contatto tra Max Verstappen e Charles Leclerc
La svolta sul circuito di Catalogna avviene dopo il 55esimo giro, quando la gara si avvia alle volate finali. L’improvvida uscita fuori pista di Andrea Kimi Antonelli, alle prese con un problema alla power unit della sua Mercedes, impone l’ingresso in pista della safety car. Prima di quel momento Verstappen stava lottando al terzo posto, dietro a Lando Norris e ad Oscar Piastri. Dopo quel momento, per il quattro volte campione del mondo è stato un delirio.
L’olandese torna ai box per montare le gomme hard, pagando però dazio in termini di grip con una RB21 difficile da tenere in pista. Ne approfitta così Charles Leclerc, che da quarto (e con gomme soft) rimonta al terzo posto, battagliando però con Verstappen e arrivando al contatto in rettilineo. Il Red Bull via team radio parla di tamponamento da parte del ferrarista (a Sky Sport il monegasco nel post gara ha parlato invece di “una battaglia per avere la scia di chi stava davanti: io non volevo andare troppo sull’esterno dove mi voleva portare Max, per cui ho spinto un pochettino. C’è stato solo un piccolo contatto”).
La sportellata di Verstappen a Russell
Poi Verstappen ha duellato con un altro rivale su gomme soft, ovvero George Russell, con diverse schermaglie in crescendo, sino all’episodio più controverso. In curva 5 l’olandese, nel restituire (forse controvoglia, di sicuro per evitare penalità) la posizione al britannico di Mercedes, va di nuovo all’attacco chiudendo l’avversario. Una sportellata finita subito sotto investigazione da parte dei commissari, e che è scaturita in una penalità post gara di 10 secondi. Di conseguenza Verstappen da quinto che era è finito decimo, conquistando un solo misero punto per una classifica che lo vede sempre più arretrato rispetto alla coppia McLaren di testa.
Rosberg invoca la bandiera nera, e Verstappen potrebbe rischiare con la Superlicenza
Ad occhio, una specie di fallo di frustrazione da parte di un pilota che forse dovrebbe iniziare a considerare una gestione della propria rabbia, o perlomeno temperare un poco il proprio carattere. E intanto nell’ambiente si è aperto il dibattito: secondo Toto Wolff si è trattato di una manovra da “automobilista di Roma o Napoli [sic] arrabbiato“, per Russell è stata una mossa “deliberata” (“Non eravamo al simulatore”, la stoccata del britannico), mentre Nico Rosberg a Sky Sport ha parlato di gesto volontario, una sportellata avvenuta “di proposito” nonché una “pessima manovra” meritevole di “bandiera nera” (ovvero da squalifica tout court del pilota dalla classifica del GP). E nel post gara, ritrovandosi con il resto del podio nel commentare gli highlights della gara, Norris ha espresso così la sua sentenza sulla manovra del Red Bull: “L’ho fatto anch’io in passato, su Mario Kart”.
E mentre Formula Passion ipotizza conseguenze anche sulla Superlicenza di Verstappen, con il rischio di subire almeno due punti di penalizzazione (avvicinandosi pericolosamente alla squalifica per un Gran Premio), il diretto interessato ha fatto come suo solito spallucce. Nel post gara è stato lapidario in merito: “Non ho nulla da dire, sono stato giustamente penalizzato, nient’altro da aggiungere”.