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Federica Brignone, a Soelden record storico: ha vinto almeno una gara di CdM per il decimo anno di fila

Il trionfo di Soelden proietta Federica Brignone una volta di più nell'Olimpo delle sciatrici italiane: mai nessuna aveva vinto per 10 stagioni di fila in Coppa del Mondo.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Nascondersi non è nelle sue corde, ma Federica Brignone le bugie proprio non sa raccontarle. E allora c’è da crederle ciecamente quando afferma di essere lei la prima a essere sorpresa dopo l’exploit nel gigante d’apertura della stagione disputato a Soelden, bravissima nell’interpretare il tracciato come nessun’altra delle atlete del primo gruppo ha saputo fare nel corso della seconda manche di gara. Una rimonta portentosa da terzo al primo posto, che rifulge ancor più di luce propria pensando al crollo di Mikaela Shiffrin, scivolata fuori dal podio dopo aver dominato (al solito) nella prima manche.

La”versione” di Federica: “Brava a portar giù velocità”

Quella di Fede è stata una vittoria prima nella testa, e poi negli… scarponi. “Sinceramente non mi sarei mai aspettata di chiudere la giornata davanti a tutte, soprattutto pensando a quanta fatica ho fatto sul primo tratto del muro. Poi si, credo di aver sciato veramente bene, mettendo giù le punte e non badando troppo ai calcoli. Ho sciato proprio come piace sciare a me e direi che è venuta fuori una seconda parte di manche notevole, che mi rende felice e orgogliosa.

Ho fatto bene soprattutto la parte di raccordo tra il muro e il piano, e questa cosa qua mi era riuscita anche lo scorso anno. Sono riuscita a spingere al massimo ed è venuto fuori un gran bel tempo, reso possibile anche dal fatto di aver portato tanta velocità nel tratto finale”.

La svolta nella testa: “Così non sento più la pressione”

La Brignone ammirata sul Rettenbach, tornata vincente sul ghiacciaio austriaco a 9 anni di distanza dal primo successo, è figlia anche di una ritrovata fiducia nei propri mezzi, oltre che di una spensieratezza che in passato le aveva impedito di esprimersi al meglio. “La verità? Oggi sono nettamente più forte di testa rispetto a quanto lo sia mai stata in tutta la carriera. Sicuramente lo sono molto di più rispetto a quando ho vinto qui per la prima volta nel 2015.

Ho imparato a controllare le mie emozioni e a saper gestire la pressione. E ammetto di averne sentita parecchia anche nei giorni scorsi, perché durante l’estate mi sono allenata bene e sinceramente sentivo che sarei potuta partire con un risultato importante. Poi però, appena arrivata a Soelden, quella pressione me la sono tolta, pensando unicamente al gusto di essere di nuovo al cancelletto di partenza. Devo dire grazie a tantissime persone, perché mi sono state di grande aiuto e mi dispiacerebbe se dovessi dimenticarne qualcuna. Ma è una vittoria che ha tanti padri”.

Nessuna come lei: vincente per 10 stagioni consecutive

La numero 28 della carriera della “tigre valdostana” ha un sapore tutto particolare, anche perché la proietta in una dimensione del tutto inesplorata dello sci italiano al femminile: Federica diventa la prima sciatrice della storia azzurra ad aver conquistato almeno una gara per 10 edizioni consecutive della Coppa del Mondo.

Difficilmente la vedremo indossare il pettorale rosso di leader della generale, visto che a novembre il circo bianco si sposterà a Levi per due slalom speciali (e lì Shiffrin dovrebbe rimettersi davanti), ma chi pensava a un’annata favorevole per provare a contendere la coppa tanto all’americana, quanto alla detentrice Laura Gut-Behrami (che non ha preso parte al gigante di Soelden, di fatto confermando i rumors che la volevano ancora indietro di condizione), vede la tesi ulteriormente avvalorata.

Federica, però, non vuol mettersi alcuna pressione addosso: “Ho determinati obiettivi di performance in questa stagione, ma non starò lì a pensare troppo a vincere questa o quell’altra gara. I record non m’interessano, voglio solo godermi ogni singola tappa e poi vedere cosa succederà”. Ma chi ben comincia, si sa, è già a metà dell’opera.

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