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Sci alpino femminile, Brignone può puntare ora al record di vittorie stagionali

Dopo la clamorosa doppietta in Canada, Brignone pensa a come sfruttare la condizione super di inizio stagione: puntare al record di vittorie stagionali è una prima idea.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non avrebbero dovuto dirgli che era la più “anziana” vincitrice di uno slalom gigante di Coppa del Mondo. Perché a spifferare certi segreti c’è il rischio di scuotere ancor più il cane che dorme, o forse in questo caso la tigre, che è l’animale che più di ogni altro riesce a rendere l’idea di cosa sia Federica Brignone su un paio di sci.

La campionessa valdostana l’ha presa quasi sul personale, e ha pensato bene di aggiornare una volta di più il libro dei record. Ma con la doppietta di Mont-Tremblant è andata oltre: non solo è diventata la sciatrice italiana più vincente della storia, ma forse ha spiegato al mondo intero che alle soglie dei 34 anni si può essere più forti e solide che mai. Quasi una seconda primavera, alla faccia dell’inverno che è appena iniziato.

Fede e il “sole” dentro di se: la metafora più bella

Brignone in Canada ha fatto un capolavoro, dettando legge in ogni condizione. Ha dominato la gara al sabato, chiudendo in testa dopo la prima manche e poi controllando il ritorno delle avversarie nella seconda, e ha confezionato una gara tra le piĂą belle in carriera nelle due run domenicali, la prima chiusa al sesto posto, la seconda (nella tormenta) demolendo qualsiasi rivale con una prova semplicemente perfetta, peraltro miglior tempo di manche.

E mentre le altre accampavano scuse, prendendosela con chi ha deciso di far scendere le atlete nonostante vento e neve rendessero davvero limitata la visuale, lei ha messo giù le punte e non ha fatto prigionieri. E per dare conto dell’impresa compiuta ha utilizzato una metafora di una semplicità e di una bellezza uniche nel suo genere:

Non si vedeva nulla, ma ho avuto coraggio perché sentivo di avere il sole dentro di me.

Le regine si prendono tutta la scena

I primi 4 giganti della stagione hanno già fatto capire che la competizione tra le porte larghe è piuttosto accentuata. Eppure, nonostante due vittorie e il secondo posto nel gigante d’apertura sul Rettenbach, in vetta alla classifica di specialità c’è Lara Gut-Behrami, alla quale però sono rimasti solo 5 punti di vantaggio (325 contro 320) rispetto alla carabiniere azzurra. Finora le due fuoriclasse si sono spartite due vittorie a testa (la svizzera ha vinto anche a Killington) e il prossimo duello è in programma il 28 dicembre sulle nevi austriache di Lienz, per proseguire poi nel giorno dell’Epifania a Kranjska Gora.

Un centinaio di punti più dietro ci sono però Mikaela Shiffrin e Petra Vhlova, concentrate soprattutto nell’inseguire la coppa di cristallo della generale, con l’americana che per ora ha collezionato 79 punti di vantaggio sulla ceca (la differenza l’hanno fatta le due vittorie in slalom, a Levi e Killington). Il tutto aspettando le prime gare veloci della stagione, sin qui rimaste al palo proprio come in campo maschile. Gare nelle quali Brignone, soprattutto in SuperG, potrebbe tranquillamente dire la sua.

Lara Gut-Behrami contro la FIS: “Dov’è la sicurezza?”

Anche Lara Gut-Behrami in SuperG sa essere spesso e volentieri superiore alle rivali, ma le parole pronunciate al termine della gara domenicale di Mont-Tremblant, dove ha chiuso al secondo posto, hanno lasciato trasparire un po’ di nervosismo.

Non si può consentire di gareggiare in queste condizioni. A metà tracciato le porte andavano e venivano, la visibilità era quasi nulla e non si riusciva a vedere cosa c’era pochi metri sotto. Non mi interessa della regolarità delle gare, mi interessa della sicurezza di noi atlete. In quelle condizioni, scendere era un azzardo e non ho trovato la cosa sensata.

Alla fine però il podio l’hanno composto Brignone, Gut e Shiffrin, cioè le tre regine della disciplina. A riprova del fatto che la classe è venuta fuori anche su un tracciato per certi versi proibitivo.

Arrivano le gare veloci: è l’ora di Sofia Goggia

Per il prossimo duello le principali protagoniste di questo avvio di stagione si sono date appuntamento a St. Moritz, dove da venerdì in calendario ci sono due SuperG e una discesa libera. E i riflettori si sposteranno su Sofia Goggia, che ha dato segnali importanti in gigante (un settimo e un decimo posto in Canada) ma che scalpita dopo aver visto cancellare le prove di Zermatt-Cervinia.

In dieci giorni, tra St. Moritz e Val d’Isere, saranno ben 5 gli appuntamenti con la velocità, con la pattuglia italiana pronta a stupire: assieme a Goggia, fari puntati su Elena Curtoni, che proverà a reinserirsi nei pianti alti in SuperG, senza dimenticare la favolosa Brignone di questo primo scorcio di stagione. Che dopo essere diventata l’italiana più vincente della storia proverà ad alzare ulteriormente l’asticella, magari puntando al record di vittorie in una singola stagione: il suo miglior ruolino di marcia recita cinque successi parziali nelle annate 2019-20 (quella in cui vinse la Coppa del Mondo generale) e 2022-23, ma con tre mesi e mezzo di gare davanti il tempo per aggiornare il libro dei record sembrerebbe più di un amico.

Sci alpino femminile: il calendario

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