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Ferrari, caccia all'affidabilità e nodo direttore tecnico: inizia l'era Vasseur

La prima intervista ufficiale del nuovo team principal ha segnato la linea di demarcazione tra passato e futuro della Rossa: a due settimane dalla presentazione c'è ottimismo in vista del Mondiale

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Prima apparizione non ufficiale nel circuito di casa di Fiorano: fatta. Prima intervista ufficiale, seppur non in italiano, con tanto di importanti anticipazioni su temi chiave come le gerarchie tra i piloti: fatta. L’agenda del primo mese da ferrarista di Frédéric Vasseur procede spedita, anche se i piatti forti devono ancora arrivare, con la presentazione ufficiale della nuova monoposto fissata per il 14 febbraio e, dieci giorni più tardi, la tre giorni di test in Bahrain, a ridosso del via del Mondiale previsto per il 5 marzo.

La Ferrari che verrà, Vasseur non scioglie il dubbio sul direttore tecnico

Nel corso dell’incontro con i media avvenuto all’indomani della fine della tre giorni di test privati a Fiorano, Vasseur ha parlato quasi di tutto, riservandosi solo un pizzico di comprensibile pretattica sulle caratteristiche della vettura che parteciperà al Mondiale più lungo della storia, composto da 23 GP. Del resto il neo team principal della Ferrari non ha avuto voce in capitolo nella progettazione della macchina il cui nome ufficiale sarà svelato solo nel giorno della presentazione, essendosi insediato a giochi fatti.

Anzi, anche se può sembrare paradossale, un ruolo non secondario nell’ideazione della monoposto lo ha avuto proprio il suo predecessore Mattia Binotto, con il quale Vasseur condivide la formazione da ingegnere. “Non sono un direttore tecnico, non lo farò perché non ho le competenze per farlo e neppure per fare da aerodinamico o da meccanico” ha subito messo in chiaro il francese, aprendo quindi implicitamente il primo, grande dubbio sul futuro immediato della Rossa. La rivisitazione dell’organigramma che avrà in Vasseur anche il general manager oltre al TP comprenderà l’introduzione di un dt? Il buon Frédéric, ovviamente, sa, ma non si è sbilanciato: “Enrico Cardile ha fatto un buon lavoro, quindi andremo avanti così” ha tagliato corto Vasseur, al quale non è stato chiesto del possibile ritorno dall’Haas di Simone Resta, ipotesi comunque tutt’altro che sfumata.

Vasseur avvia il dopo Binotto: “Voglio mettere tutti nelle condizioni di rendere al meglio”

Quale sarà, quindi, il ruolo di Vasseur all’interno della Gestione Sportiva? “Entro qualche settimana prenderò delle decisioni, ma prima devo capire quali sono stati i problemi che si sono registrati” ha dichiarato l’ex Alfa Romeo, ricollegandosi inevitabilmente alla necessità di individuare le cause del crollo delle prestazioni registratosi nella seconda parte della scorsa stagione.

Ancora più significativa la frase successiva: “Non si tratta di sostituire le persone in cima alla piramide, perché non è uno solo a spingere un bottone, bisogna che dietro ci sia una struttura valida a sostegno. Dopo 32 anni al muretto credo di aver acquisito buona conoscenza dell’organizzazione delle squadre, voglio mettere tutti nelle condizioni di dare il meglio”. Come dire: basta alle decisioni unilaterali, anche ai box, che hanno contraddistinto l’era precedente e via all’era della collegialità.

Ecco, quindi, quale sarà la prima mansione di Vasseur, quella di far rendere al meglio una struttura alla quale non manca certo l’organizzazione. Solo dopo il nuovo capo della Ges accetterà di dire la propria dal punto di vista tecnico. Attraverso un modus operandi più all’insegna della condivisione che dell’imposizione, quindi, Vasseur cercherà di far rendere al meglio per tutto l’anno la nuova Ferrari trovando il giusto compromesso tra la macchina che volava nei primi tre mesi della scorsa stagione e quella che, nella sua parte restante, è entrata nella storia per il distacco più ampio tra primo e secondo classificato nel Mondiale piloti.

F1, la Ferrari 2023 nasce… nel segno della Red Bull

I test di Fiorano, come anticipato, sono serviti più a togliere la ruggine dai piloti titolari (Leclerc ha collezionato 123 giri, Sainz 119) che a raccogliere indicazioni utili, essendo stati disputati con la vettura del 2021, ma in attesa di vederla, esteticamente e dal punto di vista pratico, è chiaro come la Ferrari 2023 sarà un’evoluzione della macchina che è stata incoronata anche dalla concorrenza come la migliore dell’ultimo Mondiale.

“Sappiamo che nel 2022 ci sono stati problemi di affidabilità con la power unit e che le prestazioni della macchina sono calate a fine stagione rispetto agli altri, ma dalle prove al banco li riteniamo sotto controllo” ha detto lo stesso Vasseur, dribblando le domande sui risultati delle prove al simulatore. Le certezze al momento sembrano riguardare il fatto che i tecnici sono stati costretti a ridurre le prestazioni per eliminare problemi di affidabilità del turbocompressore e della Mgu-h, costati nel 2022 i successi al Montmelò e a Baku, in gare dominate. Il lavoro sull’affidabilità avrebbero permesso un guadagno di una trentina di cavalli di potenza, comunque tutto da confermare in pista, mentre i nuovi regolamenti sul fondo avrebbero obbligato a rivedere la conformazione della scatola del cambio e la modifica della sospensione posteriore. Sul piano dell’aerodinamica, invece, le novità principali dovrebbero riguardare il profilo inferiore delle fiancate, ispirate al famoso “modello Red Bull”, quello del doppio fondo, con l’introduzione quindi di un gradino più marcato tra la sezione verticale e il “marciapiede”.

L’attesa sta per finire: il 14 febbraio la nuova Ferrari farà cadere i veli, dieci giorni più tardi i test sveleranno (quasi) tutto sulla sua competitività, che ruoterà in gran parte anche dalla gentilezza con gli pneumatici, uno dei nodi irrisolti della seconda parte della scorsa stagione.

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