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Ferrario in esclusiva:La mia isola felice a pochi km dall'inferno

Parla l'ex difensore del Napoli che vive in Lombardia

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Parabiago è un piccolo comune della Lombardia, si trova pochi km da Milano, a 68 da Bergamo, a 114 da Brescia. E’ qui che vive con la moglie Moreno Ferrario, ex difensore del Napoli dello scudetto (in azzurro ha giocato 11 anni), lombardo di nascita e d’accento. Ed è nella sua Parabiago che si trova a dover convivere con l’emergenza sanitaria del Corona Virus che ha stravolto abitudini e vite di tutti. In quella Lombardia, prima zona rossa d’Italia, che più di ogni regione sta pagando dazio alla pandemìa si soffre e si muore tutti i giorni ma Parabiago non è stata colpita particolarmente dal virus.

Il racconto di Ferrario

“MI arriva ogni sera il bollettino – dice Ferrario in esclusiva a Sportevai per Virgilio Sport – sono solo 9 gli infettati e di questi 5 sono in quarantena ma rispetto al resto della regione questa è un’isola felice. Quando vedo ai tg le immagini di cosa sta succedendo a Bergamo, a Brescia e in altri paesi mi viene l’ansia. Vi dico la verità: non so dire se sarei riuscito a reggere questa situazione fosse toccato a me”.

La vita da allenatore

Dall’anno scorso Ferrario fa l’allenatore dei ragazzini classe 2010 del Legnano: “Dover rinunciare in questo periodo mi pesa, è un grande sacrificio. Oggi però esco solo per comprare il pane e basta, poi eseguo le regole e le rispetto come facevo da calciatore. Nel mio paese abbiamo la fortuna di avere spazi larghi, anche quando porto il cane giù siamo tutti a grande distanza l’uno dall’altro e incontro al massimo 2-3 persone”.

Il figlio a 5 km

“Mio figlio si trova a soli 5 km da qui ma non posso andare a trovarlo. La legge dice così e va bene così. Certo leggere cosa sta succedendo in tutta Italia è angosciante”.

Il calcio che cambia

Quando rivede le immagini del “suo” calcio, quello degli anni 80, affiora un po’ di nostalgia: “Anche prima che scoppiasse questa pandemia avevo l’impressione che fosse tutto un altro mondo quello che ho vissuto io da giocatore. Era una realtà tanto diversa dal calcio di oggi, c’era un rapporto stretto con la gente, io giravo tranquillamente per la città a Napoli”.

Quei cori allo stadio

Chissà se dopo questa tragedia cambierà anche l’atteggiamento dei tifosi allo stadio. Sentiremo ancora cori razzisti, discriminatori, violenti? “Speriamo che tutto questo faccia riflettere, anche ai miei tempi io nel Napoli venivo accolto malissimo al Nord benché fossi nato a Milano. Sarebbe bello che certi cori non si sentissero più ma non è che sia pronto a giurarci”.

Cosa succede adesso

Su come deve finire questa stagione calcistica Ferrario ha le idee chiare: “Comunque finisca non è un campionato che verrà ricordato perchè ha vinto questo o quello, sarà sempre associato a questa tragedia. Fosse per me adesso lascerei tutto fermo e riprenderei solo quando davvero è tutto finito, foss’anche settembre, anche se capisco che ci siano tanti interessi economici in ballo”.

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