I temuti avvicendamenti che si matureranno a tempo debito, hanno già prodotto una certa indiscreta inquietudine interna alla Rai. Il monologo anti Mondiale, anti Qatar e (quasi) anti Rai firmato da Rosario Fiorello, salvatore di Sanremo e di un certo intrattenimento televisivo tocca (non proprio pianissimo) temi quali diritti umani, interessi economici, scenari legati al diritto al lavoro e alla sicurezza. Insomma, non è un Fiorello soft, quello che abbiamo sentito in quell’agognato ritorno sulla tv di Stato colpire i Mondiali.
- Rai nella bufera: Montesano e Fiorello sui Mondiali
- L'attacco alla Rai di Fiorello sui Mondiali in Qatar
- I rischi legati all'assenza dell'Italia
Rai nella bufera: Montesano e Fiorello sui Mondiali
A viale Mazzini sono ancora sentiti gli strascichi del caso Montesano che ha catalizzato in toto la condanna in merito alla scelta di indossare una maglietta della X Mas e, cosa ancora più condannabile, di mandare i onda i contenuti che lo ritraevano così vestito senza aver debitamente visionato e valutato il richiamo a simboli simili.
Un tracollo che ha indotto lo stesso Aldo Grasso, sul Corsera, a stigmatizzare la scellerata volontà di portare alla ribalta di Ballando con le stelle un personaggio controverso. No vax, no green pass, vicino all’estrema destra e a posizioni discutibili.
Rosario Fiorello, corteggiato da tempo e finalmente convinto al ritorno con un suo programma long time, lo stesso che salvò le sorti del Festival di Sanremo per due edizioni, ora nel suo «Aspettando Viva Rai2» in diretta Instagram e su Raiplay, non risparmia critiche alla decisione aziendale di trasmettere i Mondiali in Qatar, Paese che, come vi abbiamo raccontato, fa «dei diritti umani uno zerbino da calpestare tutti i giorni».
L’attacco alla Rai di Fiorello sui Mondiali in Qatar
Il paradosso sta nell’invitare a disertare l’evento su cui la Rai ha investito una cifra da capogiro per i diritti, oltre che risorse e professionalità. Idealmente Fiorello non è solo in questa lotta. Come non lo è a livello pubblico: Eric Cantona, Dua Lipa, Rod Steward. Un fitto elenco di artisti, esperti e commentatori boicottano questi Mondiali.
Con lui si sono schierati fidi detrattori di questa Rai e anche chi, come sponenti della società civile, ritengono immotivato seguire i Mondiali in un Paese con simili regole e nella consapevole distanza su temi quali diritti umani e omosessualità, ad esempio.
C’è poi un fatto che La Stampa riporta, un retroscena che attesta l’intreccio tra sentimenti e risentimento che vuole Fiorello toccato dalla volontà dei giornalisti del Tg1 di non cedergli lo spazio che avrebbe desiderato su RaiUno, dopo aver salvato con il fido e complice Amadeus un Festival di Sanremo svuotato dalle restrizioni Covid e da una ricerca di spettacolarizzazione che all’epoca parve addirittura eroica.
I rischi legati all’assenza dell’Italia
Quando fu il momento, tacque e poi prese il passaggio a RaiDue con una certa pacatezza senza avanzare rivendicazioni, critiche, superflue polemiche al momento dei fatti ma preferendo forse che arrivasse lo scivolone. I timori sono legati, com’è prevedibile, all’assenza dell’Italia e agli ascolti che con una raccolta pubblicitaria così centrale in questa fase della stagione potrebbero risultare insoddisfacenti.
A onor del vero, i diritti furono acquistati dall’Amministratore delegato Rai precedente all’attuale, Fabrizio Salini in tempi non sospetti com’è chiaro dai tempi tecnici. Ma dopo l’esclusione dell’Italia, inaspettata e anche deludente contro la Macedonia del Nord, l’ad subentrato Fuortes non ha valutato l’ipotesi di spacchettare e procedere per altre vie.