L’Italia del basket non ha rimpianti alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il gruppo guidato da Sacchetti si è arreso ai quarti alla Francia dopo un bel cammino e una qualificazione ai Giochi che mancava da 17 anni. Il protagonista è stato sicuramente Simone Fontecchio.
Intervistato da Il Messaggero, il giocatore del Saski ha esordito parlando del match contro la Francia: “Spiace perché davvero siamo arrivati a un passo dall’impresa, un paio di possessi e potevamo portarla a casa. Poi a mente lucida ti rendi conto di quello che abbiamo fatto quest’estate e non si può non essere contenti”.
Fontecchio sa di essere stato l’uomo copertina: “Ho giocato bene, questo è indubbio. Ma la nostra forza è sempre stato il gruppo. I veterani, dal Gallo a Melli fino a Polonara, sono stati decisivi nel fare da collante in una rosa in cui chiunque entrasse, per 30 secondi o per 30 minuti, dava l’anima. Nessuno aveva pretese, nessuno pensava a se stesso”.
L’NBA prossimo passo? Fontecchio la pensa così: “Dipendesse da me… Cioè: è chiaro che dipende anche da me e da come gioco ma devono allinearsi una miriade di elementi. Se dovesse arrivare un’offerta seria e concreta non ci penserei su due volte, ma credo sia molto difficile”.
Infine, Fontecchio ha ripercorso la sua carriera: “Virtus Bologna? I primi a darmi una vera possibilità in Serie A. Avevo solo 17 anni. A Milano cosa non è andato? Forse ero troppo giovane, ma non è facilissimo avere poche opportunità e riuscire sfruttarle. Berlino? La prima società a darmi una chance reale in Eurolega. All’Alba ho lasciato un pezzo di cuore”.