Ivan è sopravvissuto, ma al momento è ricoverato. “Ivan è vivo, è in ospedale”, così suo padre, Pietro Vavassori, ha allontanato l’ombra angosciante di un epilogo tragico legato alla sorte di quel figlio calciatore mancato che aveva deciso di imbracciare un fucile e combattere.
- Vavassori foreign fighter italiano in Ucraino
- Ritrovato in ospedale: annuncio sui social
- Il post di Ivan Vavassori
- Il diario sulla guerra sui social
Vavassori foreign fighter italiano in Ucraino
Il foreign fighter italiano Ivan Luca Vavassori, 30 anni, figlio adottivo di Pietro e di Alessandra Sgarella, l’imprenditrice sequestrata nel 1998 e rimasta prigioniera per nove mesi della ‘ndrangheta scomparsa a causa di una malattia nel 2011, si era arruolato come volontario. Suo padre ha dato questa notizia, un aggiornamento sperato per quel ragazzo che combatte nell’esercito ucraino, confermata a Repubblica.
E a confermarlo è Pietro, titolare dell’Italsempione, azienda della logistica, ed ex patron della Pro Patria di Busto Arsizio. Ivan era scomparso da tre giorni e si temeva per la sua vita.
Ritrovato in ospedale: annuncio sui social
La sua storia era esplosa sui social: su Instagram e Facebook era stato lanciato un appello due giorni fa.
“Ci dispiace informarvi – avevano scritto domenica i gestori delle sue pagine social – che la scorsa notte durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall’esercito russo. In uno di questi c’era forse anche Ivan, insieme col 4° Reggimento. Stiamo provando a capire se ci sono sopravvissuti”.
Poi lunedì 25 aprile la svolta, almeno a livello informativo.
“La squadra di Ivan – si legge nel messaggio in inglese sempre postato sui suoi social – è sopravvissuta. Stanno provando a tornare, ma sono circondati da forze russe così non sappiamo quando e quanto tempo dovranno impiegarci”. “Nell’attacco – conclude il post – ci sono 5 persone morte e 4 ferite, ma non sappiamo i loro nomi”.
Il post di Ivan Vavassori
Lo stesso Ivan, dopo l’annuncio dei suoi cari, ha fatto sapere sui social come sta e dove si trova con un messaggio essenziale:
“Sono vivo, ho solo febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo. Per fortuna nulla di rotto”.
Il diario sulla guerra sui social
Il giovane figther è di origine russa. Partendo per l’Ucraina, Vavassori aveva ricordato l’estrema difficoltà nella quale si sarebbe trovato ad operare. “La nostra – aveva scritto sui social che documentano questa esperienza spietata – sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito, ma preferiamo provare. Quel che importa è morire bene, soltanto allora inizia la vita”.
Dopo il benestare dell’ambasciata di Kiev in Italia, l’ex calciatore italiano è entrato a far parte della “Legione di difesa internazionale Ucraina”, diventando il ‘comandante Rome’.