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Romano Floriani Mussolini in Serie A: la Lazio presta alla Cremonese il talento al centro delle polemiche

Un cognome ingombrante, il rifiuto alla politica e la voglia di giocare a calcio. Svolta nella carriera del giovane Mussolini, pronto alla prima vera esperienza in massima serie.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Un cognome ingombrante e una passione comune a tanti ragazzi: quella di giocare a calcio. Romano Floriani Mussolini il suo sogno lo ha realizzato, nonostante le polemiche abbiano accompagnato fin dalle prime battute la sua carriera professionale. Oggi il pronipote del duce ha ufficializzato il suo passaggio in prestito dalla Lazio alla Cremonese. Un’occasione importante, quella di misurarsi con la massima categoria.

La Cremonese ci punta sul serio

Adesso è arrivato anche l’annuncio, anche se l’operazione era già chiusa da almeno una settimana. Romano Floriani Mussolini è un nuovo giocatore della Cremonese. Il club grigiorosso – neopromosso in massima serie – lo ha preso in prestito dalla Lazio con diritto di riscatto fissato a 5 milioni e percentuale del 50% sulla futura rivendita. Un bell’attestato di stima da parte del club lombardo nei confronti del ragazzo classe 2003.

La carriera del terzino

Floriani Mussolini è un terzino destro, in grado di giocare anche a tutta fascia in caso di difesa a tre. La sua carriera calcistica è cominciata nelle giovanili della Roma, prima del passaggio alla Lazio all’età di 13 anni. Poi sono arrivati i prestiti: alla squadra dilettantistica del Vigor Perconti prima e poi al Pescara di Zeman e alla Juve Stabia con la quale ha giocato nello scorso anno mettendo a segno il primo gol tra i professionisti.

La faticosa convivenza con un cognome ingombrante

Quando si parla di questo giocatore, rimane difficile discostarsi dal suo cognome. Sebbene il diretto interessato abbia più volte spiegato di non interessarsi di politica e di pensare esclusivamente al calcio, il collegamento avviene automatico. Già da piccolo, quando alla Lazio non riusciva a imporsi al responsabile del settore giovanile delle Aquile Mauro Bianchetti venne chiesto se non ci fossero altre motivazioni dietro le continue esclusioni.

Il dirigente negò facendo riferimento a mere scelte di campo. Ma anche la scelta di portare il doppio cognome, associando quello della madre Alessandra a quello padre, è stato da molti malvisto. Come se potesse essere una scorciatoia per il successo o un modo per far parlare di sé. Anche i social da questo punto di vista non sono stati sempre teneri con questo ragazzo di 22 anni che sta tentando la scalata sportiva.

Il suo unico gol segnato con la maglia della Juve Stabia è stato accompagnato dal coro lanciato dallo speaker con il nome Romano al quale i tifosi hanno risposto per 7 volte con Mussolini. Solo un cognome e nulla più. Anche se in Italia è difficile passarne inosservati. Ci avrà fatto l’abitudine ormai il 22enne capitolino, pronto al definitivo salto in Serie A. La Cremonese lo attende e conterà solo ciò che farà sul rettangolo di gioco.

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