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Futsal, protesta choc del Desenzano: calciatori immobili in campo contro il sistema per le troppe squalifiche

In Serie C di calcio a 5, il Desenzano decide di scendere in campo, ma non giocare la gara contro la Polisportiva Chignolese in segno di protesta contro Figc, Giustizia sportiva e Lega dilettanti

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Giocatori fermi in campo con tanto di braccia conserte e avversari che vanno a rete senza trovare alcuna opposizione. È successo questo – e anche di più – nella gara di Calcio a 5 tra il Desenzano e la Polisportiva Chignolese andata in scena venerdì 17 novembre sul parquet di Castel Goffredo, in provincia di Mantova.

La protesta in diretta su Facebook

Siamo alla decima giornata del Girone A di Serie C di Calcio a 5 e a mettere in atto la loro protesta in accordo con la società sono i giocatori di casa del Desenzano. L’obiettivo? Far pervenire un messaggio forte e chiaro alla Figc, alla Lega Nazionale Dilettanti Lombardia e al Giudice Sportivo. Nonostante un palazzetto semideserto, le immagini della gara, tramessa in diretta streaming tramite le pagine Facebook di Planet Sport Tv, fanno il giro il web e centrano l’obiettivo.

Il match-farsa dura poco più di dieci minuti, con gli ospiti che decidono di fare melina dopo aver segnato la prima rete e scelgono di non affondare il colpo contro un avversario pronto a sacrificare la propria gara pur di far arrivare a chi di dovere il proprio messaggio. Compreso l’andamento della serata, la contesa (si fa per dire) è stata interrotta anzitempo.

Le motivazioni del Desenzano

La motivazione della protesta choc è da ricercare nelle squalifiche che hanno colpito il Desenzano nelle ultime uscite. Provvedimenti ritenuti inaccettabili dalla società, decisa ad andare fino in fondo alla questione pur di far valere le proprie ragioni. Non è da escludere che la platealità della protesta porti a ulteriori sanzioni e squalifiche, ma occorrerà attendere le valutazioni degli organi decisionali per capire come verrà gestita questa situazione del tutto inedita.

La durissima nota del Desenzano

D’altra parte, però, c’è da dire che il Desenzano aveva già alzato la voce circa un mese fa, il 27 ottobre, pubblicando sulle proprie pagine social un comunicato di protesta che svela per filo e per segno come si sia arrivati alla plateale decisione di venerdì scorso. Nella nota del club si legge:

Desenzano ora basta! Rompiamo il Silenzio, quello che è oro quando tutto intorno è marcio. Siamo sempre stati rispettosi sul campo ma soprattutto fuori: una regola del nostro statuto è il rispetto quello che abbiamo sempre dato e insegnato non a chiacchere ma con gesti veri come far segnare il pari agli avversari per lealtà sportiva per errori di altri nonostante costasse la corsa al primo posto… quel rispetto che non sempre riceviamo.

Siamo contrariati dal comportamento della Federazione e soprattutto dei direttori di gara: gente senza educazione che quando mette la divisa si sente come un dio dell’Olimpo. Nessun dialogo mai una discussione prima o dopo solo Silenzio e supplizi. Questa stagione non accettiamo più tutto ciò.

Squalifiche ritenute ingiuste

Poi, il comunicato entra nel merito e spiega:

È vero il nostro mister ha esagerato espletando in maniera forbita la sua stanchezza a tutto ciò ed è stato punito in modo esemplare, se un dirigente per un pugno ha preso due mesi lui per minacce 5 mesi… Un dirigente dopo essersi educatamente lamentato per l espulsione del Mister è stato intimidito verbalmente dal Direttore di gara allora si è allontanato volontariamente, risultato due mesi con sotto scritto minacce e intimidazioni nei confronti dell’arbitro cosa non veritiera… Un dirigente per aver scagliato un pallone 1 anno, Un giocatore per un’espulsione veramente veramente ingiusta 4 mesi per una semplice bestemmia… e di bestemmie ne sentiamo… Nessuna minaccia niente niente di ciò che c’è scritto nei comunicati riporta la verità. Fandonie architettate per farci perdere le staffe perché i direttori di gara sanno benissimo che quello verrà preso per oro colato… Tanto nessuno chiamerà per sapere se veramente è stata scritta la verità.

Non va bene così: quello che fanno loro va bene…. Ma noi paghiamo ci impegniamo, togliamo tempo alla nostra famiglia e al lavoro per il Futsal e il bello è che noi non possiamo nemmeno lottare per una gara normale. Siccome il Mister ha sbagliato ora tutti devono pagare…

Desenzano contro il sistema

Infine, la chiusura durissima:

Se stiamo scomodi basta dirlo ci leviamo dai piedi e risparmiamo a Tutti un calvario e delle ingiustizie, ce ne stiamo a casa non vi facciamo perdere tempo, ma se pensate che ci pieghiamo o ci spezziamo allora non ci conoscete bene…. Noi finiremo la stagione perché siamo comunque corretti, non lasceremo e non abbandoneremo mai… Perché appunto siamo corretti, cercate pure con le vostre porcate e schifosate di farci fuori, ma alla fine capirete che il vostro modo non paga, è solo un’offesa a tutti quelli che si impegnano in questo sport. La dittatura della Federazione è obsoleta pensateci bene fate sempre a modo vostro senza sentire senza informarvi come i dogmi nel medioevo vengono già dati per veri. Nell’ultimo Comunicato avete lapidato una Società perché i propri dirigenti espulsi tifano, perché esultano dopo un goal o perché commentano perché a un minuto dalla fine in inferiorità fanno goal…. Se questo non è dittatura allora non so che dire più…. Il calcio finisce qui con voi vecchi obsoleti politici del Calcio.

E dopo questo ci chiudiamo in silenzio stampa per il resto della Stagione augurando a tutte le squadre buona fortuna, si, perché ci vuole anche fortuna ad incontrare le persone giuste che dirigono la gara. Buon proseguimento a tutti.

Come riportata da Il Giorno, il silenzio stampa stagionale è stato rotto dal mister del Desenzano, Manuel Ratti, che ha voluto ribadire:

Siamo stanchi: abbiamo un video dossier con i torti arbitrali subìti in questo campionato e la Federazione non ci ha risposto alla richiesta di un colloquio. Chiediamo solo rispetto.

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