Nella Juventus di Gaetano Scirea c’era anche lui, Pierino Fanna. I due si erano già incrociati all’Atalanta per poi ritrovarsi e diventare amici in bianconero. Con Virgilio Sport l’ex ala destra ricorda il grande campione, di cui oggi ricorre il trentennale della tragica scomparsa. Scirea morì a soli 36 anni vittima di un incidente stradale in Polonia.
“E’ sempre stato il ragazzo semplice che tutti ricordano con affetto – dice Fanna -: anche nel suo passaggio dall’Atalanta alla Juventus non è cambiato nulla, così come con l’approdo in Nazionale. Nella squadra torinese io ero nella fascia dei giovani, poi c’erano quelli di mezzo, come lui, Marco Tardelli e Claudio Gentile ai quali per meriti si è unito anche Antonio Cabrini: ci hanno aiutato tanto nell’inserimento in un ambiente nuovo e ambizioso e nella crescita”.
“Gaetano è stata una persona dal comportamento sempre esemplare e lineare. Era carismatico perché con la sua pacatezza, ma anche con i suoi silenzi, faceva sì che fosse impossibile litigare con lui. Nemmeno se lo provocavi. Non gridava mai, non alterava mai la voce. Era coinvolgente anche per quello, era anche bravo nel mascherare i suoi momenti di tensione. Impossibile non provare ammirazione per lui. Il destino nel 1982 ci ha divisi e quando ci siamo rivisti da avversari gli ho fatto subito gol con la maglia del Verona: avevo lasciato la Juventus da tre soli mesi. Ho saltato mezza difesa. Ma anche da avversario non ho mai avuto alcuno scontro fisico con lui, che giocava a testa alta ed era un vero e proprio regista difensivo. Per non parlare della sagacia tattica” aggiunge l’ex calciatore.
“Nel calcio di oggi ci vorrebbero tante persone come Gaetano, che però andrebbe supportato: è difficile fare strada per i buoni e non è così scontato che si sarebbe trovato a suo agio” chiosa Fanna.
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