Malagò veste i panni del presidente superpartes e passa la patata bollente ad altri. La Procura del Coni apre un’inchiesta ma senza reali poteri. E Facci si scusa. Il giorno dopo si può riassumere così. Le intercettazioni choc tra l’attuale e l’ex presidente della FGI hanno sconvolto il mondo della ginnastica, Ginevra Parrini è stata vittima di una serie di parole dal contenuto discriminatorio e un mondo quasi prettamente femminile rischia di fare i conti con l’ennesimo nulla di fatto.
- Le scuse del presidente Facci
- La Procura del Coni apre un’inchiesta
- Malagò in versione Ponzio Pilato
Le scuse del presidente Facci
Il nuovo presidente della Federginnastica prova a correre ai ripari dopo l’indignazione scatenata dalle intercettazioni di cui è stato protagonista. Al Corriere della Sera arrivano le sue parole di scusa nei confronti di Ginevra Parrini ma al momento non sembra intenzionato a fare nessun passo indietro rispetto alla sua posizione attuale. “Ho sbagliato a usare quelle parole e ho chiamato subito Ginevra Parrini per scusarmi direttamente con lei. Parrini è stata una ginnasta bravissima della nostra nazionale di ritmica che ha rappresentato l’Italia per diversi anni. Noi stiamo cercando di cambiare le cose e continueremo a farlo”.
La Procura del Coni apre un’inchiesta
La Procura generale del Coni, intanto, ha aperto un’inchiesta dopo quanto emerso dalle intercettazioni. Il fascicolo sarà aperto ufficialmente nella giornata di domani dal prefetto Ugo Tacer ma in una situazione del genere, il potere nelle mani del procuratore è davvero limitato visto che di fatto non può imporre nessuna sanzione ai danni del presidente neoeletto della Federginnastica. L’unico vero potere è quello di allertare il Garante del Codice di Comportamento Sportivo, posizione ricoperta da Giuliano Amato, che a sua volta può decidere se sanzionare o censurare il comportamento di Facci (se ritiene ci siano gli estremi della violazione del principio di non discriminazione, o di giudizi lesivi della reputazione dell’immagine e della dignità personale ma solo se espressi in pubblico).
L’unico vero potere è in realtà nelle mani del Consiglio federale della FGI che ha la possibilità di sfiduciare il presidente ma i 10 membri che lo compongono fanno parte tutti della lista di Facci e sono stati eletti da poco meno di un mese e già alla prese con il caso Maccarani.
Malagò in versione Ponzio Pilato
Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Coni Giovanni Malagò che però ha dato subito la sensazione di volersi estraniare. “Non sono un giudice”, ha detto il numero 1 dello sport italiano. Vero ma la questione è molto delicata: “Sarebbe un errore clamoroso se come presidente del Coni entrassi nel merito della questione. Poi c’è anche un tema, ovviamente legato a opportunità, aspetti etici e mediatici ma no sono certo io a giudicare da solo, c’è un organismo collettivo con tutto quello che implica. Si faranno le giuste considerazioni e valutazioni. A me è sembrato doveroso telefonare al presidente Facci, il quale sostiene di aver parlato con Parrini, di essersi scusato e di essere stato equivocato”.
Malagò sceglie la strada più istituzionale, evita di prendere posizione ma il caso è grave. La Federginnastica conta l’80% di atlete donne, e le parole del presidente non sembrano lasciare spazi a equivoci. Una presa di posizione vera del numero 1 del Coni in una situazione così grave era forse doverosa. Invece si è preferito passare la palla ad altri.