Al termine della 106esima edizione del Giro d’Italia, la voce tecnica di Eurosport, Wladimir Belli, nell’ultima puntata di Sport2Day-Speciale Ciclismo, in onda su Sport2u, in collaborazione con OA Sport, ha fatto il bilancio di queste tre settimane.
In prima battuta ha commentato se si aspettava Primoz Roglic in maglia rosa: “Se devo essere sincero, sì. Lo sloveno quando corre, lo fa per vincere, dopo tutto. Lungo tutta la corsa è rimasto sempre tranquillo ed a ruota di Thomas. Non ha mai attaccato e ha aspettato il momento per piazzare il colpo giusto per andare a trionfare. Il gallese, a sua volta, ha corso bene e sempre in difesa. Confidava di conservare la Maglia Rosa ma non deve avere grande rammarico. È stato molto forte nonostante un percorso di avvicinamento al Giro nel quale non si era mai visto”.
Riguardo le difficoltà di questa edizione, la voce tecnica dice: “Purtroppo quando perdi il favorito numero 1 per una positività c’è sempre grande dispiacere. Ad ogni modo l’ultima settimana ci ha ripagato di tante giornate difficili, con uno spettacolo che andava e veniva. Ad ogni modo penso che ogni anno succeda sempre qualcosa tra cadute e sorprese varie. Noi abbiamo potuto goderci tre grandi protagonisti, con Joao Almeida che ha mollato solo alle Tre Cime di Lavaredo”.
Un pensiero poi su Remco Evenepoel: “Domanda affascinante e di non semplice soluzione. Sicuramente il belga è un ragazzo giovane ma ha già dimostrato di poter vincere una corsa a tappe come la Vuelta. Certo però che la Corsa Rosa è diversa, con una settimana conclusiva con pendenze notevoli. Se avesse disputato la crono di Cesena con il fisico integro, e avesse davvero rifilato un minuto a tutti, dopo avrebbe potuto correre in difesa e se la sarebbe giocata davvero”.
Un giudizio sul percorso disegnato in occasione di questa edizione: “Direi molto bello e ben disegnato. La prima settimana ha concesso possibilità a tutti, quindi l’ultima è stata davvero durissima con salite che hanno fatto la storia del ciclismo. Senza dimenticare la cronoscalata del Monte Lussari che, mai vista prima, ha regalato grande spettacolo. La tappa più bella? Senza dubbio quella delle Tre Cime di Lavaredo”.
Ecco chi, per Wladimir Belli, sono state le sorprese: “Inizierei da Ben Healy che nelle prime tappe ha attaccato spesso, quindi Derek Gee, arrivato sotto traccia all’evento ma che poi ha dimostrato di poter fare davvero bene. In casa Italia hanno fatto buone cose Jonathan Milan, quindi Alberto Dainese, Filippo Zana e anche Marco Frigo”.
Un commento poi su Jonathan Milan: “Secondo me ha il potenziale per diventare uno dei migliori sprinter del mondo. È giovane e sta realizzando un percorso di maturazione corretto tra pista e strada. Non aveva tanti uomini a disposizione per le volate per cui ha messo in atto un ulteriore step. Mi sembra che sia un ciclista che abbia bisogno di un treno giusto per dare il proprio massimo, se deve sgomitare da dietro fa più fatica”.
Alla domanda: “Filippo Zana può puntare alla classifica generale di una corsa a tappe?” Il giornalista di Eurosport non ha dubbi: “Penso sia ancora presto per dirlo, dipenderà molto dal percorso che vorrà intraprendere e se avrà ancora margini di miglioramento. Dovrà, però, capirlo in fretta per non snaturare le sue caratteristiche. Capire, quindi, se fare classifica ma rischiando di non essere mai protagonista, oppure proseguire puntando alle tappe”.
Un elogio a Damiano Caruso: “Il siciliano ha chiuso quarto nonostante fosse partito con qualche difficoltà perché non stava benissimo. Dopodiché è cresciuto e ha sfiorato il podio, avvalorando il secondo posto di due anni fa. Nella sua carriera è sempre stato un gregario, ma da quando ha avuto la possibilità di giocarsi le proprie carte ha sempre fatto bene. È l’unico italiano nella top10 e, alle sue spalle, non si vedono giovani pronti a sostituirlo”.
In chiusura un commento riguardo il ritiro di Mark Cavendish, vincitore a Roma: “Mancherà tantissimo al ciclismo. Chiude con una grande gioia ai Fori Imperiali, sua e di tutto il gruppo. Questo fa capire che personaggio sia stato e che ciclista stiamo per salutare. Vedremo se al Tour de France andrà ulteriormente a fare la storia”.