Sulla modifica della 13a tappa del Giro d’Italia è intervenuto anche Omar Di Felice. “Non posso non intervenire visto il livello di ignoranza che sto riscontrando nei commenti in merito alla decisione giusta e sacrosanta di applicare da parte dell’organizzazione del Giro d’Italia l’Extreme Weather Protocol – ha scritto l’esperto ultracyclist e ciclista estremo – Introdotto dall’UCI nel 2016, prevede in sintesi la possibilità di riunire associazione corridori, team ed esperti in presenza di eventi e condizioni meteorologiche in grado di mettere a rischio la salute dei corridori (in primis) e dell’evento stesso (vi ricordo che al seguito del Giro ci sono motociclisti, piloti in ammiraglia, addetti TV e riprese, fotografi etc)”. Di Felice ha quindi ribadito che si tratta di una “decisione giusta e sacrosanta: vi vorrei ricordare che siamo nel 2023 e non solo ci troviamo a condizioni emergenziali sempre più impreviste e incalcolabili ma abbiamo anche conoscenze e sensibilità diverse rispetto a quelle dei decenni passati. Oggi una tappa come quella sul Gavia del 1988, per fortuna, non si svolgerebbe”.
A chi critica i ciclisti definendoli “conservativi”, inoltre, ha ricordato che “i corridori in primis e chi lavora al seguito del Giro, sono esseri umani come Voi che al primo mal di testa restate a casa mettendovi giustamente in malattia. Hanno figli e famiglie da cui tornare, svolgono un lavoro già duro e sacrificante di suo, non devono ‘rischiare la vita’ per il vostro egoistico divertimento nel vederli soffrire. C’è un limite anche alla sofferenza di chi ha scelto come lavoro uno sport duro come il ciclismo”.