Quando succede, fateci caso. Quando l’Italia del ciclismo batte un colpo, e che colpo: quello col quale Giulio Ciccone mette la firma in calce sulla Donostia Klasikoa, la Classica di San Sebastian, non passa certo inosservato. Vittoria di platino dello scalatore abruzzese, al rientro dopo la lunga sosta seguita all’infortunio rimediato al Giro d’Italia, ma subito vincente grazie a un’azione di pura astuzia, scaltrezza e determinazione. E in un sol colpo la UAE s’è ritrovata messa all’angolo: Isaac Del Toro e Jan Christen hanno provato a staccare Ciccone, ma si sono ritrovati a loro volta a inseguirlo fino a perderne le tracce. Così c’è ancora più gusto: vittoria si spessore, e segnali chiari in vista della Vuelta.
- Ciccone, le gambe girano forte: alla Vuelta può stupire
- L'azione decisiva: Roglic e Del Toro "rimbalzati"
- La "cronometro finale" per sigillare la vittoria
- Istinto e forza di volontà: "Ho fatto quello che dovevo fare"
Ciccone, le gambe girano forte: alla Vuelta può stupire
Era da 18 anni che un italiano non vinceva nei Paesi Baschi (nel 2007 vinse Leonardo Bertagnolli, ma quel successo venne revocato per una positività riscontrata successivamente), nonostante a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 la corsa con partenza e arrivo da San Sebastian aveva visto tantissime vittorie italiane (Bugno, Chiappucci, Rebellin, due volte Casagrande e Bettini).
Per spezzare il lungo digiuno c’è voluta una giocata d’altissima scuola, di quelle che non si possono preparare al mattino, ma che vivono sull’istinto e la capacità di saper leggere la corsa al centimetro. È quello che ha fatto Ciccone, bravissimo ad attaccarsi a Primoz Roglic e Isaac Del Toro sull’Alto de Jaizkibel, posto a una sessantina di chilometri dall’arrivo.
L’azione decisiva: Roglic e Del Toro “rimbalzati”
La selezione fatta dai tre mette fuori causa buona parte del gruppo, ma anche Roglic dopo un po’ comincia a perdere terreno, tanto che Ciccone e Del Toro hanno vita facile nel riprendere le ruote dei fuggitivi della prima ora e superarli senza troppe difficoltà.
Sul Murgil-Tontorra, ultimo strappo di giornata, anche Christen della UAE prova con successo a riportarsi sul duo di testa, ma è Del Toro che comincia a fare fatica e vede progressivamente andar via Ciccone, che si libera anche della compagnia del danese scollinando con una decina di secondi di vantaggio dopo aver finto di essere al gancio (e forse è lì che Del Toro è andato fuori giri, provando a straccarlo definitivamente ma finendo per rimbalzare).
La “cronometro finale” per sigillare la vittoria
L’azione dell’abruzzese paga dividendi: nei 6 chilometri finali il distacco resta inalterato con chi insegue, e Christen alla fine deve accontentarsi della seconda piazza, staccato di 9 secondi, mentre Van Gils trova un podio di valore a 18 secondi (poi Benoot e Del Toro con lo stesso tempo).
Giornata no per Juan Ayuso, al rientro dopo un periodo complicato ma intento soprattutto a preparare la classifica in vista della Vuelta, mentre Marc Hirschi, vincitore della passata edizione, non è mai entrato nelle fasi salienti della corsa. Ciccone in stagione aveva vinto solo la tappa inaugurale del Tour of the Alps, ma alla Vuelta sa di volersi divertire.
Istinto e forza di volontà: “Ho fatto quello che dovevo fare”
Le parole dell’abruzzese a fine gara raccontato tutta la gioia di un giorno atteso da tanto tempo. “Onestamente è stata una sorpresa anche per me vedere come sono andate le gambe, visto che non correvo da metà maggio. Però sentivo di star bene, in allenamento tutto funzionava a dovere e la squadra ha fatto un gran lavoro per aiutarmi”.
Decisivo ai fini del successo finale è stato il momento nel quale ha staccato Del Toro. “Non è che avessi molte carte da giocare, ho provato a insistere e mi è andata bene. Del Toro è fortissimo, non puoi però portarlo con te all’arrivo, ma ho sfruttato il mio istinto in un percorso che a me è sempre piaciuto tanto e dove avrei voluto fare la differenza, come è capitato di fare”.
Nel finale poi è stato Christen a provare a restare con lui: “Ormai ero a tutta, credevo facesse parte di un piano ben preciso degli UAE quello di mandare Christen sulla mia ruota e poi far contrattaccare Del Toro, invece ho avuto le gambe migliori e alla fine, nei 500 metri finali, me la sono proprio goduta tutta”.