Ci sono grandi manovre in Premier League: piovono laute offerte sulle squadre più importanti del campionato più ricco e seguito e del mondo, se è vero che di recente Tottenham, Manchester Utd e Liverpool (che compongono le ‘Big Six’ assieme a Chelsea, Manchester City e Arsenal) sono oggetto di forte interesse da parte di investitori Oltreoceano o del mondo arabo.
- Tottenham e Manchester: ecco le offerte per il loro acquisto
- Chi sono i proprietari di Tottenham, Manchester United e Liverpool
- Il valore della Premier League attira gli investimenti esteri
Tottenham e Manchester: ecco le offerte per il loro acquisto
E’ di queste ore la notizia – riferita dall’agenzia di stampa ‘Reuters’ – che l’imprenditore statunitense Jahm Najafi, presidente di MSP Sports Capital (azionista di minoranza di Phoenix, franchigia NBA), sia interessato al Tottenham allenato da Antonio Conte: l’offerta, che non è stata confermata dal sodalizio londinese, è di circa 3.75 miliardi di dollari, con una quota di partecipazione araba che si aggira al 30%. In caso di buon esito, sarebbe la vendita più importante della storia del calcio, superiore ai poco più di 3 miliardi investiti qualche mese fa da Todd Bohely nel Chelsea.
Ancora più esose le richieste dalla famiglia Glazer per cedere il Manchester United, ultimo oggetto dei desideri dello sceicco qatariota Tamin bin Hamad Al-Thani (che detiene il PSG con un fondo sovrano di Doha, il Qatar Sports Investments): secondo la stampa britannica i 4.5 miliardi di euro offerti non avvicinano la folle richiesta di 6.7 miliardi effettuata dagli americani ‘circuiti’ anche dal proprietario della Ineos Jim Ratcliffe.
Chi sono i proprietari di Tottenham, Manchester United e Liverpool
Non ci sono voci di offerte per il malridotto Liverpool di Jurgen Klopp, ma tre mesi fa il Fenway Sports Group (proprietario dei Reds dal 2010 e dei Boston Red Sox di baseball) ha incaricato Golden Sachs e Morgan Stanley di vigilare su una eventuale cessione: la cifra richiesta è di 4 milioni di dollari.
A guidare da oltre vent’anni il Tottenham è l’85enne Joe Lewis, settimo uomo più ricco d’Inghilterra: l’imprenditore di origini ebraiche, che gestì tra il 1997 e il 2004 un Vicenza che vinse una storica Coppa Italia: a portata di mano ha una plusvalenza fantasmagorica, avendo acquisto gli ‘Spurs’, che a giugno hanno denunciato 444 milioni di sterline di ricavi (+83 milioni rispetto l’anno precedente), per la cifra di 30 milioni.
La famiglia Glazer non è amata ad Old Trafford, perché i tifosi che privilegiano l’anima romantica del pallone (e risultati sportivi migliori, l’ultima Premier League risale al 2013 e l’ultima FA Cup al 2016, ma Erik Ten Hag pare aver trovato la quadra con il sacrificio di Cristiano Ronaldo) la accusano di arricchire le casse grazie al terzo marchio più famoso al mondo: The Raine Group advisor, società che si è occupata della vendita-Chelsea, è incarica di trovare acquirenti da novembre.
Il valore della Premier League attira gli investimenti esteri
Da quando una trentina d’anni fa ha cambiato ‘struttura’, il massimo campionato inglese si è trasformato nel cigno più bello d’Europa: è norma che i migliori allenatori siano sulle panchine d’Inghilterra, basti pensari ai vari Mourinho e Guardiola, Conte e Ancelotti, e che i risultati internazionali siano importanti, con solo la Liga a competere a livello di Champions League. Il giro di investimenti e pubblicità è vertiginoso e i diritti televisivi delle ‘piccole’ ammontano a quelli delle ‘grandi’ di Serie A: non è un caso che 15 squadre su 20 siano straniere e che, tra iraniani, thailandesi, sauditi, greci, serbi e cinesi, la facciano da padrone gli americani.
Come riporta ‘RivistaUndici’ nel ’20-’21 i venti team di Premier League hanno incassato quasi sei miliardi di dollari a fronte dei 2.5 miliardi di euro del campionato italiano: secondo ‘Tranfermarkt’ il valore delle loro rose è di 10.170 milioni di euro, che equivale ai 10.153 delle migliori venti squadre europee.