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Ucraina: paura per De Zerbi e staff, il dramma di Junior Moraes

Le testimonianze terribili di questi giorni di concittadini come Roberto De Zerbi e il suo staff e i calciatori brasiliani bloccati a Kiev. I timori di Junior Moraes

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“A causa dell’imposizione della legge marziale, il campionato è stato sospeso”, il comunicato scarno che è stato affidato ai canali ufficiali solo per ribadire l’ovvio, in questa guerra. L’attacco via terra, aereo e anfibio mosso dalla Russia in territorio ucraino ha provocato devastazione, vittime e inevitabilmente paura tra quanti sono riusciti a sopravvivere.

Anche tra quanti sono presenti in Ucraina perché calciatori o allenatori, come il nostro Roberto De Zerbi e il suo staff o l’ex Roma Paulo Fonseca: si avverte incertezza, sconforto nelle rarefatte testimonianze che giungono qui.

Guerra Ucraina: l’appello di Fonseca, il dramma di De Zerbi

L’appello di Fonseca ha scosso, emozionato e sbattuto contro l’Occidente il dramma di quanti non conoscono, a Kiev come a Donetsk, la sorte che questo conflitto gli riserverà.

Altrettanta preoccupazione alberga in De Zerbi, che è stato raggiunto dall’agenzia Italpress e ha espresso la sua personale posizione.

“Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass. Però non mi sono mosso, perché io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono”, le parole di Roberto De Zerbi all’Italpress: “Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff… potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato. Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni”.

Guerra Ucraina: il dramma di Junior Moraes e dei brasiliani

Una testimonianza di verità, che non può essere che accolta e posta sotto l’adeguata attenzione mediatica in queste ore terribili.

L’attesa snervante è stata descritta con un video eloquente, quanto toccante che vede Junior Moraes, attaccante brasiliano naturalizzato ucraino, e i suoi compagni di squadra con le loro mogli e i figli: “La situazione è grave”, le sue parole in una storia pubblicata su Instagram. Un social che restituisce, almeno fino ad ora, le sconvolgenti testimonianze di questi giorni.

Guerra Ucraina: l’appello dei brasiliani attraverso Vinicius Tobias

Rintanati in un albergo di Kiev, i brasiliani di Ucraina hanno messo davanti all’obiettivo i loro timori, accantonato la pudicizia che si riserva a sentimenti autentici ma di estrema vulnerabilità come la paura e hanno esplicitato un appello alle istituzioni brasiliane:

“Speriamo che le autorità brasiliane ci possano aiutare a rientrare a casa. Chiediamo aiuto perché tantissime persone hanno lasciato la città. Le frontiere sono chiuse, lo spazio aereo è chiuso, non si sa come poter partire. Chiediamo appoggio al governo brasiliano perché ci possa aiutare e speriamo che possiate aiutarci a lasciare il Paese il prima possibile”.

Una speranza ribadita anche all’ANSA: “L’ambasciata qui a Kiev ci aveva più volte consigliato di tornare a casa: ora aspettiamo di capire da loro come possiamo lasciare l’Ucraina”, ha ammesso De Zerbi, 42 anni, bresciano, già allenatore del Sassuolo in serie A.

A fare questa richiesta pubblicata sull’account Instagram del giocatore dello Shaktar Vinicius Tobias sono lo stesso brasiliano, Marlon, Vitao, Ismaily, Dodo, Marcos Antonio, Maycon, Alan Patrick, David Neres, Tete, Pedrinho, Fernando e Junior Moraes oltre a Vitinho della Dinamo Kiev.

Sono con le loro compagne, i loro figli. E temono di non partire e mettersi in salvo, da questa offensiva senza interruzione. Junior Moraes, naturalizzato ucraino, potrebbe rimanere in Ucraina perché la cittadinanza ottenuta nel 2019 lo includerebbe tra i cittadini arruolabili. Un dramma nel dramma.

Guerra Ucraina: la situazione di Junior Moraes

In dieci anni ha saputo conquistare risultati eccellenti, tanto da indurre l’allora allenatore della nazionale ucraina, Andriy Shevchenko, a sostenere la causa di Junior Moraes per poterlo convocare in Nazionale. Moraes è dunque diventato cittadino ucraino nel marzo del 2019, quando è stato anche chiamato per la prima volta in Nazionale, maglia che ha indossato già 11 volte e con la quale ha segnato una rete.

Sono trascorsi pochi mesi, eppure sembra una realtà distante anni luce: Junior Moraes sta attendendo una soluzione per sé e le famiglie dei suoi connazionali, in una fase difficile forse la più complicata, in un hotel a Kiev sperando in una via di fuga immediata, che metta al riparo questi calciatori e i loro cari. E che, nel caso della gloria del calcio ucraino, potrebbe rivelarsi diversa. Saranno la Comunità internazionale e il tempo (che manca), a decidere.

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Ucraina: paura per De Zerbi e staff, il dramma di Junior Moraes Fonte: ANSA

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