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La Ferrari addomesticata da Hannah Schmitz: l'ingegnera capo della strategia Red Bull che ha rivoluzionato la F1

La responsabile della strategia della Red Bull ha conquistato un ruolo determinante in 13 anni di studio e carriera maturata nella scuderia: la sua storia, i suoi obiettivi

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Se Max Verstappen continua a disturbare (lasciandosi dietro con un bel distacco in classifica pilota) Charles Leclerc in questo Mondiale, che in avvio sembrava non certo brillante per la Red Bull, lo deve a Hannah Schmitz, l’ingegnera a capo della strategia capace di ribaltare l’andamento della stagione.

E di intimorire la Ferrari che, su questo versante in cui la responsabile dei bibitari eccelle, sta dimostrando una fragilità vorticosa e inarrestabile.

Hannah Schmitz e la strategia vincente in Ungheria

Nel Gp d’Ungheria, la strategia è stata tutto e la Schmitz ha dimostrato, ancora una volta, come e quanto siano i singoli componenti del team a fare la differenza in questo Mondiale combattuto a ogni curva, ad ogni sviluppo, ad ogni singola decisione in questa parte della stagione.

La strategia errata elaborata dalla Ferrari per Charles Leclerc, finito 6° dopo aver dominato a lungo la gara e confermandosi principe delle libere, segna il declino della Rossa che ha preparato una Ferrari eccellente per questa stagione in grado di competere per il titolo dopo anni bui e di ciò va reso merito al team principal, Mattia Binotto.

La strategia, il valore aggiunto

Ma in Red Bull hanno saputo tradurre in un punto di forza questa componente decisiva, forse più della power unit, riuscendo a esprimere le potenzialità che la vettura di Verstappen quest’anno non possedeva al pari di Leclerc e anche di Sainz, affidando all’ingegnera più ammirata e invidiata della F1 un compito arduo, ma che ha saputo tradurre in successi puntuali.

Al contrario del capo della strategia di Maranello, Inaki Rueda, finito sotto accusa nonostante lo scudo alzato proprio da Binotto che ha addirittura imputato ad altro il declino della sua F1-75.

L’elogio di Verstappen e il ruolo dell’ingegnera capo

Quindi è comprensibile come l’olandese della Red Bull riconosca l’indubbio merito del suo successo alla capa della strategia, che anche in Ungheria ha deciso come e quando cambiare per consentire che si consumasse l’ennesimo smacco nei confronti della Ferrari.

“Dopo i primi giri la nostra strategia iniziale era da buttare! Quindi, abbiamo dovuto cambiarla e crearne una nuova in corsa. Ma non credo sia stato molto difficile per loro: sono molto flessibili e sanno cosa stanno facendo”, ha infatti rivelato il campione del mondo in carica dopo la gara dell’Hungaroring.

“Oggi, penso che Hannah (Schmitz, ndr), la nostra stratega, sia stata disumanamente calma”, ha aggiunto riferendosi all’ingegnera 37enne.

Fonte: IPA

Hannah Schmitz

L’incontro tra Hannah Schmitz e la Red Bull

Figura di spicco, molto preparata e dotata di qualità rarissime sul versante del problem solving e dell’analisi- due plus soprattutto in F1 – Hannah Schmitz è entrata nella scuderia appena laureata, nel 2009, dopo aver ricevuto una formazione accademica di altissimo profilo.

Come una persona comune, Hannah Schmitz su Linkedin – la piattaforma professionale più nota a livello planetario – elenca la sua formazione, ruolo e competenze in qualità di Responsabile della strategia della scuderia che più ha rivoluzionato negli ultimi 30 anni la F1.

Da stagista a Responsabile della Strategia

Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Meccanica a Cambridge, dimostrando già allora qualità umane e professionali fuori dall’ordinario, ha intrapreso il suo percorso professionale dedicandosi all’analisi e allo sviluppo, accompagnando le competenze tecniche a un potenziamento del problem solving.

“Sono appassionato di comprensione e interpretazione dei dati ed eccello in un ambiente frenetico e ad alta pressione.

In qualità di Senior Strategy Engineer per una scuderia di Formula 1 vincitrice del campionato, conduco la strategia di gara in tempo reale e l’analisi dei competitor, prendo decisioni rapide e le comunico in modo chiaro e conciso alle parti interessate. Conduco analisi statistiche dettagliate di grandi set di dati e mi sento molto a mio agio nel lavorare in modo autonomo oltre ad essere un appassionato giocatore di squadra. Sono proattivo nella ricerca di nuove tecniche di analisi e cerco sempre di portare innovazione”, è quanto si legge sul suo profilo.

Fonte: IPA

Schmitz durante uno dei gran premio seguiti per Red Bull

La sala in stile NASA per analisi e decisioni strategiche

Con il suo gruppo di lavoro, l’ingegnera del miracolo Red Bull ha studiato una sala in stile NASA nella quale un team di strateghi esegue tutti i calcoli e le simulazioni in tempo reale, prima di fornire i dati utilizzabili al collega del team al muretto dei box in modo che possa prendere la decisione migliore insieme agli ingegneri di gara. Un cambio passo determinante che la stessa Schmitz ha spiegato con queste parole in una intervista pubblicata sul sito ufficiale della red Bull.

“Possiamo ascoltare la radio di ogni squadra, possiamo guardare i filmati di bordo di ogni squadra, possiamo guardare tutti i numeri in dettaglio e farli passare al muretto dei box in pochi secondi. È come essere nella stessa stanza. Non ci sono ritardi”, ha tenuto a precisare.

L’ingegnera stagista diventata la figura centrale di questo team è entrata in contatto con la Red Bull proprio in occasione di uno stage che l’ha formata: da lì a breve, per la studentessa di Cambridge – una della più celebri e selettive università britanniche – si è andata profilando un sogno, un modellino sempre più esauriente e dettagliato di quell’obiettivo che aveva in testa fin da bambina: la F1.

Il nodo fiducia e il gender gap in F1

Ci è voluto del tempo per creare la sinergia e la fiducia indispensabile in un team, quel gender gap che anche nella scelta di un linguaggio più corretto, basato sulle competenze tecniche e non più su caratteristiche private e di genere, consentirà di assistere a un progressivo allargamento alle donne ruoli sempre più preminenti nel circus.

“Penso che ci siano molte persone che inizialmente forse non hanno la fiducia in te per farti fare il lavoro”, ha detto. “Come stratega devi dire a molte persone cosa fare e loro devono ascoltarti, quindi sto costruendo quella fiducia e penso che come donna sfortunatamente sia stato più difficile, ma ora ho quel rispetto e spero che altre giovani donne che vogliono entrare in questo sport vedranno che possono farlo, possono riuscirci e che assisteremo a una maggiore diversità”.

Questo è quanto è riuscita a costruire in 13 anni di lavoro eccellente e di crescente responsabilità. La mattina di una normale giornata di gara, Hannah Schmitz partecipa a riunioni appositamente modellate per sembrare più simili a discussioni con i piloti, gli ingegneri di gara, Adrian Newey e infine Christian Horner per considerare i piani di gara.

Risponde alle domande dei piloti, a Verstappen e Perez, ugualmente coinvolti e ascoltati nei quesiti relative alle scelte. Decisioni che in 20 secondi comunque toccano a lei, e solo a lei, prendere per il team.

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