Paulo Dybala si apre e in un’intervista a ‘Otro’ rivela cosa comportò per lui diventare un giocatore della Juventus, come fu la sua prima giornata da bianconero e come l’arrivo a Torino lo aiutò a sentirsi un calciatore completo.
“Ero in vacanza con mio fratello – ha raccontato la Joya – e furono i miei amici ad informarmi che dovevo tornare immediatamente in albergo. Era arrivato il contratto della Juventus mentre mi trovavo in spiaggia. Il giorno della firma è stato veramente speciale. Sono corso in hotel e dopo averlo firmato sono riuscito a tornare sotto il sole”.
C’è stato un momento in cui l’attaccante argentino ha avuto la sensazione che la sua carriera avesse davvero spiccato il volo: “Mai avrei immaginato di vivere la carriera che mi è capitata, il calcio l’ho sempre amato e quando ero piccolo fingevo di essere Ronaldo o Ronaldinho con i miei amici. Anche solo diventare un vero calciatore non lo ritenevo un traguardo realistico, per questo ricorderò sempre il mio esordio da professionista con la maglia dell’Instituto di Cordoba, a 17 anni, contro l’Huracan. Ma quando con la Juventus ho segnato una doppietta al Barcellona, mentre lo stadio gridava il mio nome, mi sono detto che dovevo dare il giusto peso a quello che avevo raggiunto, fermarmi a capire fin dove ero riuscito ad arrivare. E a quel punto dovevo dare sempre di più per quei tifosi, in modo da meritarmi il loro affetto. Voglio che il pubblico capisca i sacrifici che faccio per renderli felici, niente è più importante di questo”.
E poi è arrivata la convocazione con l’Argentina. “Quando mi dissero che ero convocabile e poi non sono stato chiamato ci sono rimasto male. Ma avevo solo 21 anni, ero giovanissimo e ben presto fui convocato anch’io. Viaggiai con alcuni compagni della Juve e fu una sensazione pazzesca, mi unii a uno spogliatoio davvero pieno di star”, ha raccontato il bianconero.
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