Forse, semplicemente, presi dall’abitudine e dall’impatto registrato in alcune partite, ci si aspettava il solito Zlatan Ibrahimovic: se non determinante, comunque parte integrante del Derby di Milano. Chissà , persino protagonista. Così non è stato.
Il fatto è che non si può neanche parlare di una vera e propria prestazione, tanto è stata tardiva la reazione della sua partita: attivo nei minuti finali, quando il Milan di Stefano Pioli ha cercato con tutte le forze di risolvere la contesa conquistando tre punti d’oro.
Prima, o meglio, fino all’80’ poco, pochissimo. Neanche quello spirito battagliero che gli abbiamo visto mettere in campo dagli inizi della sua carriera e che gli è sempre stato riconosciuto: quello della serata di San Siro è uno Zlatan Ibrahimovic stranamente e inaspettatamente spento, macchinoso.
Talmente introverso che a tratti viene da pensare di trovarsi di fronte a un altro giocatore. Una partita storia capita a tutti, intendiamoci: qui siamo più nell’ambito simbolico che altro, però.
Lo svedese è apparso per larghi tratti abulico, quasi estraneo alla manovra dei suoi: secondo quanto riportato da ‘Opta’, questo tratto negativo è certificato dall’unico tiro scoccato verso la porta di Handanovic e per di più su palla inattiva, oltre ai 7 duelli persi e ai 6 passaggi sbagliati. Soltanto 36 i tocchi del pallone, il dato più basso tra i due relativi alle gare giocate da titolare in campionato (a Bologna erano stati 67, quasi il doppio).
Che, poi, non è del tutto negativa come cosa. Pur con questo Zlatan Ibrahimovic in campo, gli altri interpreti rossoneri hanno risposto bene, con carattere e con la giusta determinazione. Persino consapevolezza, che a ripensarci fa tornare in mente le parole spesso ribadite da Stefano Pioli nelle diverse analisi che coinvolgono proprio lo svedese e il suo ritorno al Milan.
Se prima una squadra senza Zlatan Ibrahimovic non era ipotizzabile, adesso è una solida realtà : il che ci conduce alla conclusione che il percorso di crescita e maturazione della formazione rossonera si è concluso.
Il Milan è uscito dall’embrione ed è diventato prodotto finito: è una squadra con un suo carattere indipendentemente dal leader svedese. E’ una buona notizia per Pioli e per i giocatori: presupposti fondamentali per ambire alla vittoria finale.