Storie del genere, probabilmente, vengono fuori solo nei film: o, comunque, in altri contesti. Fatto sta che due persone hanno vinto una causa legale contro la FIFA, facendosi risarcire lautamente. “Siamo felici, ma anche scioccati: due semplici individui hanno fatto cadere un gigante come la FIFA”.
Ma facciamo ordine. Nel 2014 ai Mondiali brasiliani la FIFA decide di inserire un nuovo metodo per permettere agli arbitri di far rispettare le distanze su un calcio piazzato: la bomboletta spray.
Tutto nasce da un’idea di Pablo Silva e Haine Allemagne, ideatori del brevetto registrato che piacque a Joseph Blatter, che si mise d’accordo con gli inventori sulla base della cifra di 40 milioni di euro.
Da quel momento, però, la FIFA, stando a quanto espresso dalla sentenza della 14a sezione civile della Corte di giustizia di Rio de Janeiro, emessa in data odierna dopo 7 anni di cause legali, avrebbe agito in malafede, appropriandosi indebitamente dell’idea di Silva e Allemagne.
Nello specifico, la Federazione internazionale avrebbe permesso ad altre compagnie, diverse da quella degli ideatori, di utilizzare il brevetto.
Già in prima battuta un giudice di Rio de Janeiro aveva riconosciuto la proprietà intellettuale dell’idea, in diversi Paesi del mondo: oggi è arrivato l’epilogo della vicenda.
La FIFA sarà costretta a pagare i 40 milioni di euro pattuiti più le multe maturate nei 7 anni di battaglie, compresi 15mila euro per ogni partita in cui lo spray è stato utilizzato.
Il risultato è spaventoso: 120 milioni di euro a Pablo Silva e Haine Allemagne, ma soprattutto la consapevolezza di aver battuto un gigante come la FIFA.