Fin quando Eriksen sarà un tesserato dell’Inter il tormentone è assicurato. Che entri a 2′ dalla fine o che esca dopo neanche un’ora, che giochi bene o male, che parli o che stia zitto il danese rimane il chiodo fisso della critica nei confronti di Conte. Ieri l’ex Tottenham è stato sostituito dopo soli 57′ a Cagliari da uno Stefano Sensi che, a detta dello stesso tecnico, è ben lontano dall’essere il giocatore che tutti ricordavano.
Conte ha bocciato la prova di Eriksen
Chiaro che Eriksen non abbia convinto il suo allenatore. L’assenza di Vidal aveva messo alle strette Conte, quasi costretto a schierare il trequartista dal 1′ ma Eriksen è andato calando nel rendimento. Partenza sprint con due assist per i compagni e un tiro col mancino respinto di piede da un Cragno in giornata da Superman ma dopo 20′ il danese è andato spegnendosi.
I richiami continui di Conte ad Eriksen
Conte ha riservato solo ad Eriksen le sue sfuriate dalla panchina. Ogni volta che il giocatore tentava di spingersi in avanti, puntuale arrivava il richiamo del tecnico che lo voleva invece più basso. “Stay here“, “Stay here” le urla di Conte al trequartista.
Eriksen desolato al momento del cambio
Conte non ha aspettato neanche un quarto d’ora della ripresa prima di sostituirlo e al 57′ ha richiamato Eriksen, che è uscito sconsolato, senza protestare, come svuotato e rassegnato.
Negli spogliatoi Conte, a fine partita, ha svicolato sul tema, evitando ogni polemica: “La prova di Eriksen? Valuto la prestazione di tutti, no mi piace soffermarmi sui singoli. Non sarebbe giusto. La prestazione oggi è positiva. Proseguiamo il cammino cercando di migliorare”.