L’effetto CR7 è una formula perfetta che sul campo dello Juventus Stadium contro il Porto ha previsto la sua eccezione alla regola. E quell’errore imperdonabile, che tutti hanno visto, ha squarciato il silenzio su quanto dell’identità di Cristiano Ronaldo possa essere ancora percepito nel giocatore di oggi. Non si può ritenere colpevole, né andrebbe stigmatizzato oltre l’errore per i gol e gli assist riusciti sia in Champions ai in campionato.
Rifondazione Juve e il ruolo di Cristiano Ronaldo
Ma un uomo da solo, per quanto formidabile, non può trascinare sempre e comunque una squadra rifondata con un allenatore neofita in panchina, Andrea Pirlo, per quanto il calcio debba a questo nuovo tecnico.
Da solo, Ronaldo non può decidere sempre. Quel che non si comprende, è questo suo silenzio dilatato sui social. Su Instagram non un post, non una stories. Per uno come Cristiano che ha costruito un impero anche sulla presenza social, è incomprensibile quando poi l’ultimo tributo ai tifosi inneggiava a tenere fermo l’obiettivo con un #finoallafine eloquente.
Mentre le voci si rincorrono e il suo storico agente, quel Jorge Mendes che ha esibito milioni e campioni fino a diventare autorevole e a modo suo campione tra i procuratori, pare stia studiando il modo di riportarlo a Madrid e per sua volontà , c’è da domandarsi perché tacere se non per mostrare quel fastidio che abbiamo notato anche in panchina.
Le riflessioni degli altri compagni della Juventus
A rompere il silenzio gli altri compagni di questa Juventus in cerca d’autore ci hanno messo la faccia e qualche frase anche onesta, come Federico Chiesa.
L’assenza di repliche di Cristiano Ronaldo alle critiche
A pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia (quasi) mai. Per Cristiano si va concludendo un ciclo, un’era come per l’antagonista Leo Messi. Eppure non è da lui rimanere in disparte, omettere le repliche a chi lo ha criticato come Fabio Capello e gli altri opinionisti ed ex addetti ai lavori. Quando si è sentito toccato, CR7 ha addirittura innescato un caso politico quando positivo decise di replicare all’allora ministro Vincenzo Spadafora.
Stavolta mancano le parole. O almeno, non si intende condividere che cosa si stia consumando. Tra frasi, rabbia, stanchezza e forse un nuovo futuro.