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Inchiesta Juve, altre testimonianze bollenti da ex membri collegio sindacale: "Roba mai vista"

Juventus, dopo le parole di Daniela Marilungo escono anche le parole dure nella deposizione ai pm sull'inchiesta Prisma, di Maria Cristina Zoppo, ex componente del collegio sindacale bianconero

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Se non è un’intercettazione è una testimonianza o viceversa. Il pantheon accusatorio nei confronti della Juventus nell’inchiesta Prisma si arricchisce giorno dopo giorno. E dopo la deposizione di Daniela Marilungo, ex consigliera indipendente della società, arriva anche quella di Maria Cristina Zoppo, ex componente del collegio sindacale della Juve. Il tutto tra veleni, pressioni, momenti di tensioni e quant’altro almeno secondo quanto da lei descritto e raccolto dal Corriere della Sera.

Juve, inchiesta Prisma: deposizione della Zoppo altra mazzata

In attesa del ricorso in ambito sportivo per riavere i 15 punti di penalizzazione in classifica emergono nuove testimoniante dagli interrogatori dell’Inchiesta Prisma. Dalla trascrizione del verbale di deposizione di Maria Cristina Zoppo, componente del collegio sindacale della Juve dal 29 ottobre 2021 fino al 5 gennaio, emerge un clima molto teso all’interno della gestione economica del club fatto anche di parti avverse, di fazioni. Da una parte il board societario che premeva per l’approvazione del bilancio utile all’iscrizione della squadra ai campionati, dall’altra l’azione del collegio sindacale di cui la Zoppo faceva parte, che sottolineava la non quadratura dei conti.

“Da settembre in poi c’è stata un’escalation di momenti di gestione societaria su cui io non riuscivo più a capire perchè ci si volesse incanalare in un processo di valutazione di poste di bilancio oggettivamente poco condivisibile. Noi eravamo venuti a conoscenza dell’esistenza delle carte della Procura […] ma il cda approva comunque un progetto di bilancio senza avere contezza dell’esito dell’attività del revisore”

La Zoppo sottolinea come in quel momento sia nato uno scontro interno alla Juventus tra il Cda e il collegio sindacale che si opponeva ad indire un’assemblea dei soci senza rivedere i bilanci perchè non approvabili, richiesta respinta al mittente per evitare problemi con l’iscrizione e sanzioni sportive ma la Zoppo accusa:

“Se un bilancio è non corretto, è non corretto. Non mi è capitato che gli avvocati avessero un peso così significativo […] Mi sono trovata a disagio a lavorare con gente come Gabasio (Cesare, legale imputato insieme all’ex board societario, ndr) soprattutto dopo aver letto le carte della procura”.

Inchiesta Juve: la Marilungo telefona in lacrime alla Zoppo

Un episodio su cui si è soffermata la deposizione di Maria Cristina Zoppo è stata la telefonata ricevuta il 25 novembre da una Daniela Marilungo, ex consigliera indipendente della società, che in lacrime le annunciava le sue dimissioni. La cui lettera, continua la Zoppo, non è stata mai letta in consiglio, anzi rincara la dose:

“Loro volevano spingere ad arrivare subito alla deliberazione, approvare il bilancio […] Metterci in cattiva luce e crearci una forte sensazione di disagio. Anche Forte (altro sindaco dimessosi, ndr) era in difficoltà. Questa è stata una mitragliatrice”.

Zoppo al veleno: “Attaccata e sbeffeggiata, alla Juve cose mai viste”

Ad una domanda diretta dei pm sul comportamento generale della Juventus nei suoi confronti e in generale, Maria Cristina Zoppo risponde così:

“In vent’anni di lavoro non ho mai visto una quotata che non recepisce i rilievi di una società di revisione […] Mi sono sentita quasi sbeffeggiata […] colpita e attaccata, per qualcosa che Juventus stessa aveva fatto”.

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