Indignazione, ribrezzo e anche inevitabile sollevazione di massa sui social: ciò è quanto ha provocato l’insensato gesto del 15enne pilota russo Artyom Severyukhin, che ha vinto la gara d’esordio del campionato europeo juniores di kart. Sul podio, mentre costui alza il braccio riproducendo il saluto nazista, risuona l’inno italiano che pervade la domenica primaverile di Portimao in Portogallo.
Un’assurdità quanto si è consumato e che è stato, purtroppo, documentato. E la toppa, messa dal giovane pilota, sembra quasi peggiorare la situazione con un post sui social.
L’assurdo gesto di Severyukhin
Severyukhin ha preceduto l’inglese Joe Turney e lo svedese Oscar Pedersen ed è dunque partito come meglio non poteva nel campionato di categoria dei piccoli veicoli a quattro ruote.
Secondo il primo ordine ufficiale, questo ragazzo avrebbe vinto con i colori dell’Italia poiché dopo il divieto posto dalla FIA, in seguito dell’esplosione della guerra russo-ucraina, non è più possibile per alcun pilota russo poter gareggiare con i colori russi ma è ammesso che venga scelta una seconda nazione. Una bandiera però da rispettare e che, stavolta, sarebbe stata oltraggiata.
Il post riparatorio del pilota russo
Dopo il caso suscitato dal suo gesto, ha tentato di porre rimedio con un post su Instagram. Ma non ha prodotto i risultati sperati:
“Vorrei scusarmi per quanto accaduto. Sul podio, ho compiuto un gesto che molti hanno percepito come un saluto nazista. Ma non è così: non ho mai sostenuto il nazismo e lo considero uno dei crimini più terribili contro l’umanità”.
“Gareggiavo con una licenza italiana e ho vinto la gara sotto la bandiera italiana. I ragazzi, davanti al podio, mi dicevano che in Italia per mostrare la gratitudine è consuetudine colpirsi al petto nella zona del cuore. Volevo solo compiere quel gesto. Non so spiegare come sia arrivato il resto. So che è colpa mia, so di avere sbagliato e sono pronto a pagarne le conseguenze”.
“Per favore, soltanto credetemi che non è stato intenzionale. E che non sostengo in alcuno modo il nazismo né il fascismo”.
L’Italia macchiata dal saluto romano di Severyukhin
Per esplicitare meglio il concetto riportato, la Federazione Internazionale dell’Automobile gli ha tuttavia consentito, così come è avvenuto nel tennis, che i piloti russi possano individualmente competere sotto altri colori ed il 15enne ha scelto i colori dell’Italia, macchiando questa vittoria da un gesto di una gravità inaudita.
Il 15enne di origine russa, infatti, avrebbe alzato il braccio destro riproducendo consapevolmente il saluto romano, rivolto a chi si trovava in quel momento sotto il podio mentre risuonavano le note dell’inno italiano, suscitando immediato sdegno.
La denuncia social di Freel
Sui social, la denuncia è stata amplificata dal contributo critico del rapper ucraino Freel, il quale ha chiesto la squalifica a vita del giovane pilota, parlando del gesto e taggando la FIA per chiederne l’intervento censorio immediato.
La Federazione, interpellata sul tema in maniera inequivocabile, diretta, si è affrettata a congelare quanto relativo alla gara in sé e, dietro le inevitabili pressioni, ha operato per una soluzione che chiarisse o almeno cercasse di tutelare l’integrità della stessa dissociandosi dall’atto.
Il comunicato della FIA
Nella giornata di lunedì, la FIA è stata costretta a intervenire con un comunicato ufficiale in cui annuncia “un’indagine immediata sulla condotta inaccettabile” del pilota russo, rinviando ad ulteriori comunicazioni nel breve termine “sugli ulteriori passi che saranno presi in questo caso”.
L’ACI prende le distanze
Anche l’ACI ha preso le distanze da quanto avvenuto. Il caso è stato commentato duramente anche dall’Automobil Club d’Italia, che valuta il ritiro della licenza di guida al pilota:
“Un comportamento deplorevole – la nota dell’Aci, inviando anche un messaggio alla federazione ucraina – domani si terrà una giunta straordinaria per prendere provvedimenti urgenti riguardo al comportamento deplorevole del pilota russo Artyom Severyukhin“.
L’epilogo è stato l’addio al giovanissimo russo che, sui sui canali, ha tentato di chiedere scusa e minimizzare l’accaduto.