Andres Iniesta, leggenda del Barcellona, ha raccontato al programma televisivo “Salvados” la sua lotta contro la depressione che l’aveva colpito nel 2009, dopo il Triplete dei blaugrana.
“In una situazione del genere non provi niente, non riesci a sentire le cose. Non vedevo l’ora che arrivasse la notte per prendere una pasticca e riposarmi. La depressione è terribile, quando ce l’hai non sei te stesso. E quando sei così vulnerabile è complicato controllare la tua vita”, le parole dell’ex centrocampista dei catalani.
Iniesta si è soffermato anche sull’ultimo Mondiale delle Furie Rosse, funestato dall’addio del ct Lopetegui, annunciato dal Real Madrid poche ore prima dall’inizio della rassegna iridata: “Quando Lopetegui ha lasciato la nazionale, sportivamente non è stata una cosa positiva, non poteva esserlo in alcun modo. E quello che inizia male, finisce peggio. Prima dell’ultima partita Hierro mi ha parlato e mi ha detto che non avrei giocato. Una decisione che ho rispettato ma non ho capito. Ero arrabbiatissimo”. La Spagna in Russia si fermò agli ottavi, eliminata dai padroni di casa ai rigori.
Poi l’illusionista lancia un’accusa a José Mourinho: “Mourinho è stato il componente chiave delle pessime relazioni di quel periodo tra Barça e Madrid e chi non lo vuole vedere è al limite del radicalismo. Quella situazione ha creato tantissimi danni alla nazionale, ai miei colleghi. Era assurdo. Non vedevo la rivalità di sempre, ma c’era odio. Si coltivava quell’ambiente ed era insopportabile”.
Sul suo addio al Barcellona per il Vissel Kobe, in Giappone: “Avrei anche potuto giocare tutta la mia vita in blaugrana, ma non ero in condizione di dare il 100% alla squadra”.
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