Il 2021 tutto d’oro dello sport italiano non sembra finire mai e sconfina i limiti temporali di un’estate indimenticabile. Così dopo le gioie della nazionale di calcio ad Euro 2020, le imprese azzurre all’Olimpiade di Tokyo, il doppio trionfo di uomini e donne all’Europeo di pallavolo e quello di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix tocca ancora al ciclismo far sventoilare il tricolore.
Le note dell’inno di Mameli risuonano grazie alle imprese del quartetto maschile dell’inseguimento a squadre e di Letizia Paternoster nella prova ad eliminazione ai mondiali su pista in corso di svolgimento a Roubaix, nel velodromo Jean-Stablinski, adiacente al più famoso André-Pétrieux, teatro degli ultimi metri della Classica più famosa al mondo
I ragazzi hanno conquistato la medaglia d’oro. Per Filippo Ganna, Jonathan Milan, Simone Consonni e Liam Bertazzo è quindi arrivata la conferma più bella e importante e volendo anche la più difficile dopo l’exploit a Tokyo, dove i tre azzurri (con Lamon al posto di Bertazzo) conquistarono una medaglia d’oro storica, che mancava ai Giochi da Roma 1960, con tanto di record del mondo. L’oro mondiale mancava all’Italia da 24 anni, dall’edizione 1997 a Perth.
Ancora più bella perché inattesa la medaglia d’oro conquistata da Letizia Paternoster nella prova ad eliminazione. Per la trentina classe ’99 è il primo alloro individuale nella categoria Elite, che arriva dopo un percorso da predestinata da juniores. Letizia ha corso con la malizia e la scaltrezza dell’atleta navigata, vedendo le avversarie più forti eliminate in sequenza fino al testa a testa vinto con la belga Kopecky grazie ad uno sprint regale. Sale a tre il bottino delle medaglie d’oro conquistate dall’Italia nelle prime due giornate dei mondiali di Roubaix compreso quello di Martina Fidanza nello scratch.
Quanto agli uomini, a cambiare è solo l’avversario, dalla Danimarca che si era presentata in Giappone da favorita alla Francia, che in semifinale aveva avuto a sorpresa la meglio proprio sui danesi, mentre l’Italia aveva eliminato l’altra grande potenza europea della pista, la Gran Bretagna. La finale con la Francia è stata equilibratissima almeno nella prima parte, visto che Ganna, Milan, Consonni e Bertazzo sono arrivati a metà gara con un vantaggio di appena 93 millesimi sul quartetto francese composto da Thomas Boudat, Thomas Denis, Valentin Tabellion e Benjamin Thomas.
Proprio come a Tokyo, però, la forza dell’Italia si è sprigionata nella seconda parte di gara, quando a tirare c’ha pensato un Ganna insuperabile che ha permesso all’Italia di chiudere con quasi mezzo secondo di vantaggio e il tempo finale di 3’47”192.
Un vero e proprio trionfo, che fa dello sprinter piemontese, già vincitore della prova a cronometro dei mondiali su strada in Belgio, e ancora in corsa per il titolo dell’insegimento individuale, uno dei simboli dell’anno magico dello sport italiano.