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Inter: Destro e gli altri, quando cedere un talento fa bene

I tifosi si rammaricano per Zaniolo, ma vendere una promessa non è sempre sbagliato

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Inter: Destro e gli altri, quando cedere un talento fa bene Fonte: Ansa

Cedere Nicolò Zaniolo e accompagnarlo con 33 milioni alla Roma è stata una mossa discutibile da parte dell’Inter, tuttavia a discolpa della dirigenza nerazzurra ci sono anche i tanti precedenti positivi legati alla vendita di un giovane all’alba della sua carriera. Molte delle promesse lanciate dall’Inter, infatti, non si sono poi trasformate in campioni o comunque non hanno realizzato tutto il loro potenziale, dando ragione a lungo andare alle scelte dei vertici nerazzurri, anche dal punto di vista economico. 

PLUSVALENZE TOP. Sotto questo profilo, è eccellente l’esempio di Mateo Kovacic, talento che l’Inter acquistò per 11 milioni di euro nel gennaio 2013 dalla Dinamo Zagabria: lampi di classe in campo, ma anche tanta discontinuità, nell’estate del 2015 i nerazzurri lo cedono al Real Madrid per 29 milioni, centrando una plusvalenza d’oro e privandosi di un giocatore che poi ha dimostrato di non essere capace di compiere un vero salto di qualità. Sul piano puramente finanziario, la cessione di Mario Balotelli si rivelò un affare ancora migliore per l’Inter: scoperto nel Lumezzane, SuperMario fu venduto dopo il Triplete del 2010 al Manchester City per 28 milioni, la cifra più alta mai spesa per il suo cartellino. E anche sul campo, Balotelli non ha mantenuto le promesse dell’era nerazzurra. 

PROMESSE NON MANTENUTE. Promettevano bene anche Robert Acquafresca e Mattia Destro, sacrificati per piani di mercato o esigenze di bilancio: il primo fu ceduto al Genoa nel 2009 nell’ambito della trattativa che portò all’Inter due eroi del Triplete, Milito e Thiago Motta; il secondo fu mandato in prestito e poi riscattato dal Genoa per 4 milioni di euro. Quando nella stagione 2011/12 segnò 12 gol con la maglia del Siena qualche interista storse il naso, ma a lungo andare la carriera dell’attaccante, ora riserva di Santander al Bologna, ha dimostrato che l’Inter in fondo ci aveva visto giusto. Una storia simile è quella di Davide Faraoni, terzino che l’Inter prese dalla Lazio per circa 50mila euro, per poi cederlo all’Udinese nel 2012 nell’ambito dell’operazione Handanovic, con una valutazione di 8 milioni. Da allora Samir è l’inamovibile numero uno dei nerazzurri, mentre il terzino ha girovagato tra A, Championship (una breve parentesi al Watford) e B senza mai esplodere. Non tutte le cessioni, insomma, vengono per nuocere.   

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