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Non solo Zaniolo: i rimpianti di mercato dell’Inter

Tanti errori di valutazione nella cessione di alcuni talenti nerazzurri

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Non solo Zaniolo: i rimpianti di mercato dell’Inter Fonte: Ansa

Niccolò Zaniolo segna e fa meraviglie con la maglia della Roma, Radja Nainggolan continua a galleggiare tra campo e panchina, senza riuscire a prendere per mano l’Inter. Già fermandosi alla stretta attualità, lo scambio con la Roma della scorsa estate potrebbe essere definito un flop per i nerazzurri; se poi ci aggiungiamo qualche altro dettaglio – tipo la differenza d’età tra i due giocatori e i 33,5 milioni di euro versati dall’Inter a conguaglio dell’operazione, oltre al cartellino di Santon – ecco che l’intera operazione potrebbe essere bollata come una vera e propria “tragedia di mercato”.

RIMPIANTI DI MERCATO. Una situazione alla quale, però, i tifosi nerazzurri paiono essersi ormai drammaticamente abituati: la cessione di Zaniolo rappresenta solo l’ultimo dei grandi rimpianti di mercato dell’Inter, società abituata a farsi male da sola in campagna acquisti. Qualche esempio? Nell’estate del 1995 l’Inter prende per 7 milioni di dollari un semi-sconosciuto terzino sinistro del Palmeiras: si chiama Roberto Carlos, ha 22 anni e un sinistro portentoso, ma per il tecnico dell’epoca Roy Hogdson, che gli preferisce Alessandro Pistone, “è indisciplinato tatticamente”. Viene ceduto l’estate per 7 miliardi di lire dopo al Real Madrid dove diventerà il terzino più forte della storia del calcio moderno, mentre l’Inter apre la sua lunga saga di flop sulla corsia mancina. Qualche anno dopo stessa storia con Andrea Pirlo: Moratti ne intuisce il talento e lo acquista dal Brescia, dove poi torna in prestito. Mazzone gli cambia ruolo per primo, Pirlo brilla come regista ma all’Inter nessuno se ne accorge e così nel 2001 il giocatore viene ceduto al Milan, dove scriverà la storia dei successi rossoneri insieme ad un altro ex interista, Clarence Seedorf, acquistato dalla Sampdoria e poi bocciato da Hector Cuper.

LA LEZIONE COUTINHO. Venendo a tempi più recenti, nell’estate del 2010 sbarca alla Pinetina un 18enne brasiliano magrolino, ma con grandi doti tecniche: si chiama Philippe Coutinho. Il giocatore ha stoffa, ma viene giudicato ancora acerbo, così l’Inter lo manda in prima in prestito all’Espanyol e poi nel gennaio 2013 pensa bene di rivenderlo al Liverpool per 10 milioni di euro. In Premier Coutinho mette su un po’ di muscoli e diventa un centrocampista totale, fino ad essere ceduto al Barcellona per 120 milioni di euro più 40 di bonus legati al rendimento. Un affare colossale, che però pare non aver insegnato nulla all’Inter. Almeno a giudicare da ciò che è accaduto con Zaniolo.

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