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Inter, Vieri: "Feci bene a dire più uomo io di tutti voi". Poi retroscena su Ronaldo e Moratti

L'ex bomber dell'Inter si confessa a Prime Video nel format condotto da Luca Toni e ricorda l'episodio agli Europei del 2004 dopo Svezia-Italia

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Non c’è solo la Bobo-tv. Christian Vieri parla anche sul canale YouTube PrimeVideoSportIT, l’appuntamento con Fenomeni, il nuovo format social condotto da Luca Toni – campione del mondo 2006 e ora commentatore di Prime per la Champions League – che intervisterà in esclusiva i grandi campioni del calcio, ripercorrendone la carriera che li ha resi leggendari e che nella seconda puntata ha visto come ospite l’ex bomber dell’Inter.

La carriera di Vieri

Vieri ha nel suo palmares 1 Supercoppa europea, 1 Coppa Intercontinentale ed 1 Scudetto con la Juventus, 1 coppa delle Coppe con la Lazio, 1 Coppa Italia con l’Inter, oltre ad aver vestito la maglia della Nazionale totalizzando 23 reti e 49 presenze. Una bacheca povera rispetto a quanto avrebbe potuto vincere. In particolare con l’Italia mai una gioia, anzi. Ai microfoni di Prime Video (un ritorno in tv dopo essere stato fatto fuori da Mediaset anni fa) Bobo ha ripercorso la sua carriera da calciatore, ricordando aneddoti mai svelati prima d’ora come quello relativo proprio ad un suo sfogo con la maglia azzurra.

Lo sfogo di Vieri ad Euro2004

Era il 18 giugno del 2004 quando un gol in acrobazia di un giovane Ibrahimovic frenò l’Italia sull’1-1 contro la Svezia nella seconda gara della fase a gironi degli Europei (dove gli azzurri furono eliminati anche per colpa del biscotto degli svedesi con la Danimarca nella terza giornata). I giornali parlarono di una lite tra Buffon e Vieri che il giorno dopo si presentò in sala stampa per una conferenza-monologo, smentendo tutti e accusando i giornalisti di essere poco uomini.

Vieri ricorda: “Quella sera dopo la partita ero a cena insieme a Buffon. Il giorno dopo sui giornali leggo di una lite tra me e Buffon, perché ci saremmo incolpati a vicenda. Ho deciso di andare in conferenza stampa con l’articolo stampato e ho detto la famosa frase ‘Sono più uomo io di tutti voi messi insieme’. Oggi se mi chiedessero se ho fatto bene o no a fare quell’intervista, ti dico di sì. Erano tutte bugie. Al giorno d’oggi con i propri social uno può rispondere, difendersi.”

Dopo un aneddoto su Sven-Göran Eriksson, che fu suo allenatore alla Lazio (“A fine primo tempo, eravamo sulla 0-0 e giocavamo male, entra in spogliatoio, sbatte appena la mano sul tavolo e dice ‘Cavoli ragazzi’. Io ero a terra dal ridere. E’ un uomo gentile, non ti puoi arrabbiare con lui. Mi chiedeva sempre ‘Come stai Christian, ti senti bene?’”) Vieri dedica un capitolo a Ronaldo il Fenomeno.

L’aneddoto di Vieri su Ronaldo

Dice l’ex nerazzurro: “Sono andato all’Inter per giocare con lui. Il primo giorno sono andato allo spogliatoio, eravamo noi due soli, e gli ho detto: ‘Ciao Ronnie, io sono qua per giocare con te’. Era un giocatore mai visto. Purtroppo, causa infortuni abbiamo giocato poco insieme, avremmo potuto diventare una delle coppie più forti al mondo. Prendeva la palla dalla sua area e dribblava tutti. Vedevi quanto era forte in allenamento. Era talmente veloce che con il suo doppio passo dribblava tutti, faceva tunnel a tutti. Cose fuori di testa mai viste, soprattutto a vederlo tutti i giorni. Per me è baciato da Dio, Dio gli ha detto: ‘Tu devi giocare a calcio’.”

La pace fatta con Moratti

Infine Vieri rivela quando e perché ha fatto pace con Moratti: “Dopo tutti i casini legati ai pedinamenti e le vicende che ne sono conseguite, per dieci anni, non abbiamo quasi avuto un rapporto. Bastava che uno dei due chiamasse l’altro e tutto si sistemava. Una ventina di giorni fa sono andato in ufficio a trovare il Presidente. Abbiamo parlato una mezzoretta, ho fatto il primo passo. Tra me e lui c’è stato grande affetto, abbiamo fatto sei anni intensi, ci siamo abbracciati e abbiamo ricordato i vecchi momenti. È stato carino e gentile come sempre, è una grande persona. Mi ha fatto piacere andare da lui e salutarlo, era giusto.”

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