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Israele, le storie dei ciclisti caduti sotto il fuoco di Hamas. "Non saremo più gli stessi"

Tra le tragedie legate all'esplosione del conflitto innescato da Hamas contro Israele anche le storie dei ciclisti caduti nelle imboscate del gruppo terroristico. C'è chi si è salvato, ma altri hanno avuto la peggio

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Israele, le storie dei ciclisti caduti sotto il fuoco di Hamas. "Non saremo più gli stessi"

La guerra tra Israele e Hamas non ci risparmia nulla in termini di atrocità. In questi giorni siamo stati testimoni di notizie di massacri compiuti dal gruppo terroristico nei confronti di civili inermi, senza porsi scrupoli di alcun tipo. E mentre il Governo Netanyahu sta lanciando l’offensiva su Gaza, in una spirale di violenza dove in un modo o nell’altro finiscono loro malgrado le popolazioni, stanno circolando in queste ore sui media notizie di altri massacri spietati ad opera di Hamas, rilanciate dal team Israel Premier Tech.

Parliamo della squadra ciclistica di livello Pro Team (sino all’anno scorso era World Tour, ovvero la massima licenza UCI), che sul proprio sito e sui propri canali social ha riportato diverse storie di ciclisti caduti sotto le grinfie di Hamas, alcuni di essi purtroppo non sopravvissuti.

Il gruppo di ciclisti amatoriali che si stava preparando per le Epic Israel caduto sotto il fuoco di Hamas

Si tratta di appassionati come Rafi Shitrit, ciclista amatoriale che nella vita di tutti i giorni fa il pompiere capo nel Negev occidentale, e che stava organizzando assieme al suo gruppo di amici con la passione della bicicletta una allenamento di rifinitura prima della Epic Israel, gara di mountain bike giunta alla decima edizione e prevista questa settimana.

Il gruppo però è caduto in una imboscata di Hamas, e diversi ciclisti sono morti, tra cui Tomer Shpirer, 37 anni, amico di Shitrit. L’uomo lo ricorda così: “Tomer era davvero entusiasta ed emozionato per la prossima gara”. Ad avere la peggio anche Evgeny Galsky, ma Shitrit parla di “altri due morti accertati”. E ammette: “Temo che non sia finita qui, e penso anche ai ciclisti che erano lì per pedalare e che non conosco“.

La storia di sopravvivenza di Ava Meydan

Un’altra storia riportata dalla Israel Premier Tech riguarda il pericolo che un’altra ciclista amatoriale, Ava Meydan, ha scampato nel mentre stava raggiungendo il compagno, anch’esso appassionato della disciplina, Lior Weizman. La donna si è ritrovata nel mezzo della battaglia con i terroristi che presidiavano le strada: allora ha deciso di nascondersi in un rifugio, per poi ripararsi in uno scomodo cespuglio spinoso assieme ai suoi compagni di pedalata.

Meydan ha passato ore così, “respirando a malapena”, ha raccontato. “Abbiamo sentito i terroristi per strada – ha poi spiegato -: guidavano ogni genere di mezzo, moto, auto, quad, trattori… nella mia mente in quel momento correva ogni genere di pensiero, ma ho cercato di calmarmi e di non cedere allo stress. Ho indossato il casco da bici per proteggermi e ho tolto gli occhiali per evitare che il bagliore rivelasse la mia posizione“.

Accortezza che hanno fatto sì che potesse sopravvivere alla mattanza, al netto però di un comprensibile crollo nervoso. E purtroppo per Ava Meydan sono arrivate successivamente delle terribili notizie, dopo essere stata salvata: “Mi ero messa in contatto con i miei fratelli. Mi è stato detto che mio cugino e mio nipote erano stati uccisi. Mio fratello e mia nipote sono rimasti feriti e sono stati portati in ospedale. Sono anche riuscita a parlare con mia madre e poi sono crollata completamente. Mi sono seduta e ho pianto senza sosta, lacrime di un cuore spezzato che ancora non riusciva a comprendere l’entità del disastro e quanto fossi stata fortunata”. Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il suo compagno, ucciso in un’altra imboscata di Hamas.

I due giovani ciclisti che hanno evitato di finire uccisi da Hamas

Ci sono state poi altre storie tragiche, come il triatleta che è stata assassinato con tutta la sua famiglia, ed altre che dimostrano la tempra del popolo israeliano.

In questo caso parliamo dei ciclisti quindicenni Zohar Shahar ed Itay Cohen, che lo scorso sabato, proprio quando sono iniziate le ostilità, erano impegnati nel loro consueto allenamento sulle strade quando sono stati sorpresi dai lanci di razzi che hanno dato il via alla guerra. I ragazzi sono saliti sull’auto del padre di Zohar che li stava seguendo, ma presto si sono trovati davanti un gruppo di terroristi armati.

Proprio Zohar si è reso subito conto della gravità della situazione, esortando il padre a fare inversione e scappare. Gli uomini armati hanno così aperto il fuoco sull’auto, colpendo le persone a bordo e ferendole. Tutti e tre hanno subito degli interventi chirurgici. Ron Baron, fondatore di Israel Premier Tech, visitando il giovane Italy dopo una delicata operazione all’occhio, ha assicurato il massimo sostegno per loro e per altri colpiti da questa tragedia.

Le parole di Guy Niv, primo ciclista israeliano a prendere parte al Tour de France

Guy Niv, già campione nazionale a cronometro e primo ciclista israeliano a prender parte al Tour De France (correva l’edizione 2020), ha commentato: “È un trauma di una tale portata per tutti noi che difficilmente potremmo più essere gli stessi di prima. Né come Paese, né come individui“. Shitrit ha mantenuto un barlume di speranza: “Facciamo fatica a mantenere la sanità mentale in questa situazione, ma la supereremo e torneremo in bici il prima possibile”. Ma intanto purtroppo la guerra va avanti con il suo carico di tragedie, e senza certezze su una possibile soluzione.

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