L’Italia del rugby ha concluso il Sei Nazioni battendo il Galles e interrompendo così una striscia lunga sette anni di partite senza vittorie nel torneo continentale più importante. Tra i protagonisti dell’impresa a Cardiff c’è sicuramente Paolo Garbisi, autore della trasformazione del 22-21 finale che ha regalato il successo.
Al Times, il 21enne veneziano ha raccontato quella fantastica giornata: “È stato tutto molto strano. Ho dovuto rivedere il video, perché non ricordo nulla di quello che è successo dopo il fischio finale, ma è stato divertente riguardarlo”.
Paolo Garbisi però ricorda benissimo il suo timbro decisivo: “Ringrazio Edoardo Padovani per essere andato il più in mezzo possibile e avermi facilitato la trasformazione. Quando ho preso il pallone per la trasformazione non ero molto nervoso, era un calcio davvero facile, ma prima quando ho visto Capuozzo passare non ho festeggiato perché non ci potevo credere, non avevo parole. Ho fatto due Sei Nazioni e mezzo ed è la prima vittoria, così come lo è per molti ragazzi nel gruppo. È stata una vera liberazione per noi”.
Anche per Garbisi l’Italia ha dimostrato di essere migliorata: “In questo Sei Nazioni ci siamo sempre concentrati sulla prestazione e sul nostro processo di crescita. Con questa partita però pensavamo fosse il momento giusto per parlare di risultato. E prima di scendere in campo abbiamo usato la parola ‘vittoria’. Sapevamo che per il Galles sarebbe stata una festa per Biggar e Alun Wyn Jones, ma sapevamo anche che per loro avrebbe potuto avere un risvolto negativo, e positivo per noi, in caso di partita tirata”.
L’apertura azzurra mantiene però i piedi per terra: “È un momento che merita di essere celebrato, ma è davvero importante considerarlo un punto di partenza e non di arrivo. Sinceramente non voglio vincere una partita ogni sette anni, voglio portare a casa più partite possibili con l’Italia”.