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Italia, Mancini ci riprova: Si torna dove si è stati felici, cosa è successo con la Juve

L'ex ct si ricandida sulla panchina azzurra in un'intervista alla Gazzetta dello sport e si dice convinto che l'Italia si qualificherà per i Mondiali

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

A volte ritornano. A Marcello Lippi per esempio è capitato. Lasciò la Nazionale da campione del mondo nel 2006 ma ci tornò (senza fortuna) per i Mondiali del 2010. Roberto Mancini spera di fare il percorso inverso: dopo aver detto addio sbattendo la porta in un momento delicato, vorrebbe tornare sulla panchina azzurra, qualificarsi e magari vincerlo anche lui un Mondiale. Lo dice senza bisogno di retropensieri in un’intervista alla Gazzetta dello sport.

Il rimpianto di Mancini

Non è un sentimento dell’ultim’ora, legato al terremoto di questi giorni in Figc, il rimpianto per la nazionale di Mancini (“che ho sbagliato scelta, che non lo rifarei, l’ho detto mesi fa, non negli ultimi giorni. In tempi non sospetti, diciamo così”). Più di una volta in passato ha ammesso di essersi pentito e tantissime volte in questi mesi ha ripensato a quei giorni del divorzio: “Se io e Gravina avessimo parlato di più in quelle settimane, e anche prima, per chiarire certe situazioni, non sarebbe successo nulla. Ma a volte si decidono anche cose sbagliate. È vero che non sentivo più la fiducia di prima, ma dovevo parlarne con il presidente: potevo farlo, questa è la mia colpa. Oggi, chissà, saremmo ancora insieme: per provare ad andare al Mondiale. E magari, dopo aver vinto l’Europeo, per tentare la doppietta”.

Il sogno dell’ex ct

Tornare a diventare ct è difficile ma non impossibile. Mancini ci crede: “Un motivo per cui tornerei? Perché per un allenatore non c’è cosa più bella che guidare la Nazionale: io ho vinto con i club, ma se vinci con l’Italia è un’altra cosa. E perché si tornerebbe sempre dove si è stati felici. A Coverciano stavo da dio, con tutti. Che per me sarebbe una bella sfida non ci sono dubbi. Anche un bel rischio, sì. Ma a volte bisogna prenderselo qualche rischio, no? Il nostro è stato un percorso lungo quattro anni, fatto di vittorie, di record: non una casualità. Lo direi ancora perché penso che si possa. Io sono convinto che ci siano tutti i mezzi necessari per essere al Mondiale fra un anno. Anzi, sono abbastanza sicuro che ci andremo: a sentire certi discorsi sembra che siamo già fuori.

Il rapporto con Gravina

C’è però da ricomporre il rapporto: “Non credo sarebbe un problema. Ci siamo già visti, ci siamo parlati, il presidente sa che nella vita si fanno anche errori. Se con i giocatori ho parlato? Non dopo le ultime due partite, però non ci siamo mai persi: ci scriviamo, soprattutto se fanno belle cose con i club. Con loro c’è un rapporto importante, che resterà tale per sempre: per me sono giocatori speciali, e io credo di esserlo per loro”.

I nomi nuovi

Mancini snocciola anche qualche nome che lo intriga, da Pafundi (“Per me questo è un mistero del calcio, non riesco a capire come possa non giocare in Serie A. E l’ho visto da vicino più volte. Ma ce ne sono anche altri, però se non li metti in campo come fanno a migliore”) in poi: “Un giovane deve giocare, stare fuori, giocare di nuovo, ma poi arriva il momento della cosa più importante: deve poter sbagliare. Un nome giovane per il prossimo campionato? Avevo detto Fazzini, e finalmente ha giocato un po’ di più. A me piace molto Liberali. E Lucca può diventare un ottimo centravanti”.

Cosa succede ora

Infine Mancini ammette che dopo aver chiuso l’esperienza con l’Arabia Saudita ha avuto altre proposte di lavoro, un paio in Italia e tre all’estero, una in Brasile (del Botafogo) e chiarisce cosa è successo con la Juve: “Contatti con l’Inter per il post Inzaghi e con la Juve dopo il no di Conte? Mai sentito nessuno dell’Inter. Con la Juve avevo parlato mesi fa, ma ora l’allenatore ce l’ha: Tudor ha fatto bene. Dove mi vedo a settembre? Forse settembre è troppo presto. Vediamo, a questo punto potrebbe essere più facile all’estero. Una cosa è sicura: dev’essere una proposta che mi rende felice”.

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