Dopo le lacrime, la veglia funebre e l’emozione di tutto un paese per la morte di Juan Izquierdo, il difensore del Nacional scomparso a seguito di un’aritmia che lo aveva colpito in campo durante la gara di copa Libertadores contro il San Paolo, è il momento dei dubbi e delle accuse da parte dell’inconsolabile famiglia del giocatore.
- I dirigenti del Nacional vicini alla famiglia
- Izquierdo aveva un'aritmia già dal 2014
- L'accusa della madre
I dirigenti del Nacional vicini alla famiglia
Una settimana dopo la morte del calciatore uruguaiano la madre Sandra Viana e la moglie Selene cercano di voltare pagina. Al loro fianco c’è Diego Polenta, uno dei dirigenti del Nacional che è sempre vicino alla famiglia ma la mamma non si rassegna alla morte di Izquierdo e avanza accuse, sostenendo che la famiglia non è mai stata informata della presunta aritmia comparsa durante una visita medica governativa 10 anni fa.
Izquierdo aveva un’aritmia già dal 2014
A far scattare l’allarme le dichiarazioni del segretario nazionale dello Sport dell’Uruguay, Sebastián Bauzá che in un’intervista alla rete O Globo, aveva rivelato il retroscena sull’anomalia cardiaca di Izquierdo.
L’accusa della madre
La signora Sandra Viana attacca: “Non sono mai venuti a dirci: ‘Guardate, genitori, ha una piccola aritmia al cuore. Lui è nato e vissuto per il calcio. Se n’è andato così giovane, con così tanti sogni da realizzare. È difficile dire a una bambina di due anni che suo padre non verrà più. Volevamo sapere il perché di quello che gli era successo, perché non aveva mai avuto problemi cardiaci. Hanno studiato il caso di Juan. C’era un’équipe di medici che ci ha riuniti e ci ha detto che aveva preso un virus”. Anche la moglie Selena ha messo in dubbio le analisi e ha detto: “Un virus? Ma se non aveva il raffreddore, non aveva il naso che cola, non gli faceva male la gola… L’unica cosa che disse fu che le sue ghiandole erano gonfie. Era l’unica cosa di cui si lamentava in questi giorni. Ci hanno detto che aveva preso un virus che gli aveva infiammato il cuore. Con l’alto impatto di tutto ciò che comporta un gioco, la tensione è stata la causa scatenante dell’aritmia”.
I primi minuti della famiglia all’ospedale Albert Einstein di San Paolo sono stati scoraggianti. La madre, ricordando le condizioni di Izquierdo al momento del ricovero, ha detto che erano stati informati che era arrivato “morto” e che era stato sottoposto a “19 minuti di rianimazione cardiaca” per vedere “cosa potevano fare con lui. L’ospedale Albert Einstein però si è comportato molto bene, hanno fatto tutto il possibile per Juan. Ci hanno permesso di stare sempre vicino, non abbiamo nulla di cui lamentarci con l’ospedale”.