A poco più di un mese dalle Olimpiadi, Marcell Jacobs tira fuori impressioni, sensazioni e retroscena in un’intervista al settimanale Oggi, in edicola proprio dal 27 giugno. Il campione olimpico in carica nei 100 metri non vede l’ora di difendere il titolo conquistato a Tokyo, anche se dopo quel trionfo – è la clamorosa ammissione – ha pensato addirittura al ritiro. Non una parola, intanto, sulla polemica col presidente federale Mei sul ritorno negli Stati Uniti a poche settimane dal via alle Olimpiadi: del resto, con tutta probabilità l’intervista è stata registrata prima che il caso esplodesse.
- Marcell Jacobs sul passaggio da Paolo Camossi a Rana Reider
- Il perché del trasferimento negli Stati Uniti e l'idea di smettere
- La mancata risposta a Carl Lewis e la promessa di Jacobs ai figli
Marcell Jacobs sul passaggio da Paolo Camossi a Rana Reider
Fresco protagonista agli ultimi Europei di Roma, autore di un “tempone” (9”92) sui 100 metri a Turku, Jacobs ha iniziato la sua lunga intervista-verità parlando del cambio di allenatore e del passaggio da Paolo Camossi a Rana Reider, il guru americano della velocità con cui sembra aver recuperato la brillantezza smarrita dopo l’exploit di Tokyo: “Con Paolo Camossi c’era un rapporto super. È stato uno dei momenti più difficili della mia vita. Dovermi sedere a quattr’occhi con un uomo che per me ha fatto tantissimo, e dirgli che non avremmo più lavorato insieme: è stato devastante”.
Il perché del trasferimento negli Stati Uniti e l’idea di smettere
Con Reider, però, ha ripreso ad andare veloce. Anche se questo ha comportato il trasferimento negli Stati Uniti: “A me piace vivere anche fuori dall’atletica, svagarmi, bere un bicchiere di vino. Però mi ero mischiato troppo con un ambiente che non era il mio: sfilate, feste, tv. Non andava bene…”, ha ammesso Marcell che ha confidato come il periodo più duro, paradossalmente, sia stato quello post vittoria a Tokyo. “Per ritrovare me stesso dovevo andare dall’altra parte del mondo, in un posto dove nessuno mi conoscesse. Il primo mese mi sono martellato con una domanda: continuavo a correre per dovere o perché volevo?… Ho pensato di smettere. Ma poi ho ritrovato il feeling”.
La mancata risposta a Carl Lewis e la promessa di Jacobs ai figli
Tra quelli che l’hanno cercato negli ultimi mesi c’è stato addirittura Carl Lewis. Il “Figlio del Vento” ha inviato un messaggio a Marcell, proponendosi: “Quando è uscita la notizia che avevo lasciato Paolo, Carl Lewis mi ha scritto: ‘Vorrei allenarti, per me puoi fare entrambe le specialità: velocità e salto in lungo’. Non gli ho risposto. Non per arroganza, è che mi perdo via. Mi sono detto: ‘Dopo gli rispondo’, ma è passata un’eternità”. Infine su Parigi: “Essere favorito mi carica: sia di energia sia di responsabilità. Non vado a Parigi per partecipare, ma per vincere. Ai miei bimbi, che sono rimasti in Florida, ho detto: ‘Papà promette che correrà forte per vincere le Olimpiadi, così compriamo una casa con la piscina’“.