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Europei femminili: la pazza corsa di Soncin e la promessa: "Basta coi maschi, qui è il paradiso"

La copertina della gara vinta con la Norvegia è di bomber Girelli, ma l'esultanza del ct è l'immagine che passa alla storia come l'urlo di Tardelli

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Il paradiso è tino di rosa e pure d’azzurro. E ha il volto dell’Italdonne capace di conquistare la semifinale degli Europei 28 anni dopo l’ultima volta. La copertina è tutta – e ci mancherebbe – di bomber Girelli, ma la pazza corsa di Soncin al gol dell’attaccante della Juventus che ha deciso il quarto con la Norvegia all’ultimo respiro è l’immagine che entra di diritto nella storia. Un po’ come l’urlo liberatorio di Tardelli al Mundial del 1982.

Europei femminili, l’esultanza di Soncin al gol di Girelli

Tra Girelli e Girelli, il rigore sbagliato da Hegerberg e la rete del momentaneo 1-1 che porta sempre la firma del primo Pallone d’Oro femminile. Ecco la fotografia di un quarto di finale da brividi che consegna l’Italia alla storia.

Perché è la prima volta che le azzurre sono approdate tra le prime quattro d’Europa da quando il torneo è a 16 squadre, mentre l’ultima volta fu nel 1997. La veterana Girelli ha deciso la sfida con la Norvegia al 90′ concretizzando l’assist di Cantore e facendo esplodere la panchina dell’Italia. Ma è stata l’esultanza del ct Andrea Soncin a catturare le attenzioni delle telecamere, tanto da diventare virale sui social.

La pazza (e singolare) corsa del ct

Come tutti i membri della panchina, anche Soncin si è abbandonato a una pazza corsa verso Girelli&co, ma il ct aveva il volto tirato, gli occhi quasi spiritati, increduli. È andato per la sua strada senza proferire parola, dritto alla meta. Camicia bianca fuori dai pantaloni e sguardo fisso, fino all’obiettivo finale.

Sì, perché poi, una volta raggiunte le sue ragazze, si è unito quasi con rabbia all’abbraccio di gruppo, scaricando tutta l’adrenalina accumulata durante l’arco di una partita sulle montagne russe e dalle infinite emozioni. Che ha premiato la sua squadra. In semifinale sarà Svezia o Inghilterra, ch’è campione in carica. L’asticella si alza ancora. Ma, ora, l’Italia, la sua Italia, non ha più paura di nessuno.

La sfida vinta da Soncin e la promessa

Nel settembre 2023 ‘Il Cobra’, come veniva chiamato quando di professione faceva l’attaccante, ha lasciato la sua zona di comfort, ossia Venezia, per accettare la panchina della Nazionale femminile, reduce dal fallimento Mondiale targato Bertolini.

Al di là di come andrà a finire l’Europeo, si tratta di una scommessa già vinta. “Avevo quattro anni di contratto col Venezia, ero a casa. Ma non ho esitato ad accettare la chiamata della Nazionale, perché è qualcosa di unico”. E aggiunge: “Io sono in paradiso, non tornerei più al calcio maschile”. Soncin motiva la sua esternazione: “Qui c’è rispetto, purezza e passione. Si creano connessioni uniche con le ragazze”.

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