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Jessica Rossi, portabandiera dell'Italia a Tokyo: la carriera, i sogni

La campionessa olimpica di Londra 2012, Jessica Rossi, è la portabandiera dell'Italia insieme a Elia Viviani, campione di ciclismo. Gli esordi, le curiosità e i successi di Jessica

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Quando la notizia si è diffusa, le sue prime dichiarazioni sono state di inevitabile e comprensibile felicità ma anche di consapevolezza: Jessica Rossi, poliziotta di Crevalcore (Bologna), campionessa olimpica di trap femminile a soli 20 anni e orgogliosa portabandiera a Tokyo ha avvertito i significati che scaturiscono da questi Giochi e dall’importante compito che le è stato affidato.

L’emozione di Jessica Rossi, portabandiera dell’Italia a Tokyo

“Fin da bambina ho sognato, da subito, di andare alle Olimpiadi e magari di vincerle. Da quel lato posso dire di essermi tolta le mie soddisfazioni ma di fare la portabandiera nella cerimonia di apertura mai e poi mai ero arrivata a immaginarlo”, aveva detto Jessica in un’intervista a Famiglia Cristiana. “E’ una gioia inarrivabile, penso che per un atleta non ci sia riconoscimento più importante. Dedico questo onore all’Italia per tutto ciò che ha passato, come paese, nell’ultimo anno e mezzo. Ora spero tanto che questa Olimpiade, pur senza pubblico, possa rappresentare l’inizio della ripartenza”.

Per Jessica, questa sarà la sua terza Olimpiade e a coronamento di una carriera sportiva esemplare sarà portabandiera di un’Italia sofferente e segnata dalla pandemia, che con determinazione sta tentando di reagire all’irruenza del Covid-19.

“Me lo aveva anticipato al telefono il presidente del Coni Giovanni Malagò. Non ho dormito la notte fino a quando la notizia non è diventata di dominio pubblico. Provo una gioia infinita, sono felice, è qualcosa di fantastico. Per ogni atleta l’apice della carriera è gareggiare all’Olimpiade. E io adesso farò la portabandiera. Credo che sia il massimo e con me ci sarà tutto il mondo del tiro a volo”, aveva detto la Rossi.

L’emozione è tutto, in questi giorni di concentrazione e di riservatezza addirittura di silenzio per la campionessa cresciuta con un fucile dopo che il talento, complice la famiglia, venne compreso e potenziato dal giusto sostegno in quel della provincia emiliana. A soli 20 anni, Jessica ha realizzato il sogno di ogni atleta: vincere le Olimpiadi e portare alla ribalta sport che godono di una visibilità mediatica esponenziale solo in queste circostanze entusiasmanti, iperboliche ma limitate e circoscritte nel tempo.

Jessica Rossi, gli esordi e la carriera

Nata il 7 gennaio 1992 a Renazzo, frazione del comune di Cento, in provincia di Ferrara, Jessica Rossi ha iniziato fin da piccola a imbracciare il fucile complice la famiglia, in particolare il padre della campionessa. Poi il trasferimento a Crevalcore, a soli 4 anni, poco distante da Bologna.

Jessica, quando iniziò a inanellare un risultato dietro l’altro, era poco più che una ragazzina e non aveva il porto d’armi: non era nemmeno maggiorenne, pur essendo una delle migliori atlete al mondo, e per girare con un fucile, doveva essere seguita da mamma Monica, titolare dell’indispensabile porto d’armi. Jessica sparava e vinceva nel mondo. Ma il fucile, effetto della burocrazia, risultava di proprietà della mamma. A 17 anni vinse campionato italiano, europeo, mondiale di tiro: una predestinata.

Con i 18 anni e dunque la maggiore età, anche questi aspetti burocratici sono stati superati: medaglie individuali, a squadre, Olimpiadi, addirittura adesso la soddisfazione di essere la sesta donna portabandiera per i nostri colori. Jessica Rossi è davvero una numero uno, va sottolineato: nel 2012 vince l’oro ai Giochi di Londra senza partire da favorita e lo fa da fuoriclasse, considerando che all’epoca, come viene ricordato negli articoli dell’epoca, il regolamento è differente: quattro serie da 25 piattelli l’uno. In Inghilterra, dove vince poco più che ventenne, Jessica fa registrare un incredibile 99/100. Un oro che ha voluto condividere con la sua gente, con quell’Emilia segnata dalla distruzione del terremoto.

Da allora, è divenuta un personaggio pubblico: Jessica è cresciuta, dal punto di vista sportivo, grazie anche all’allenatore Ennio Mattarelli, altro oro olimpico nel lontano 1964. Il suo palmares parla da sé: oro olimpico a Londra, tre titoli mondiali, cinque titoli europei e un oro ai Giochi del Mediterraneo.

Oggi come allora, la campionessa si porta un piccolo pezzo delle storie di un’Italia provata ma presente che come dagli azzurri campioni d’Europa si aspetta di ritrovare quella stessa motivazione.

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