Adesso è davvero finita. Il Jiangsu FC, campione in carica per la prima volta nella propria storia dopo aver conquistato la Chinese Super League lo scorso mese di novembre, non parteciperà alla prossima edizione del massimo torneo locale, che prenderà il via il 21 aprile.
Ad annunciarlo è stata la CFA, la Federcalcio cinese, che ha stilato l’elenco dei club ammessi per il 2021. Sono sempre 16, ma a risaltare è appunto l’assenza del Jiangsu, club che nelle scorse settimane ha cessato ogni attività dopo il disimpegno di Suning, attuale proprietaria dell’Inter.
A prendere il posto del Jiangsu sarà il Cangzhou Mighty Lions, ovvero una delle formazioni retrocesse alla fine del 2020 dalla Chinese Super League alla China League One, ovvero la seconda divisione del calcio cinese.
Il Jiangsu è evidentemente il club più prestigioso scioltosi a causa di difficoltà finanziarie, ma non l’unico: l’elenco ne comprende altri cinque, ovvero Taizhou Yuanda, Inner Mongolia Zhongyou e Beijing Renhe (China League One), oltre a Jiangsu Yancheng e Shenzhen Bogang, militanti in terza serie. Tutti si sono visti negare la licenza per partecipare nel 2021 ai campionati professionistici.
“Lo scioglimento di sei club non destabilizzerà le fondamenta dei campionati professionistici, che cresceranno in maniera più sana e sostenibile grazie alle nuove politiche di spesa”, ha fatto sapere la Federazione cinese, che recentemente ha messo fine ai trasferimenti esorbitanti di calciatori visti negli scorsi anni.
Per quanto riguarda il Jiangsu, nelle scorse settimane Suning aveva cercato nuovi investitori provando a garantire una continuità al club, ma inutilmente. Quattro mesi dopo la grande gioia del trionfo in Chinese Super League, le luci si sono spente.