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Juve, Fabio Capello senza freni su Max Allegri: "Pigro, che errore"

L'ex tecnico bianconero senza giri di parole sul mister toscano: "Tornare alla Juve è stato un errore, ma ora ha trovato la strada migliore".

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Fabio Capello ha detto la sua sul tecnico della Juventus Max Allegri in una intervista senza filtri alla Gazzetta dello Sport. I bianconeri dopo un inizio da dimenticare stanno ritrovando la strada giusta, Capello lo riconosce ma allo stesso tempo rimprovera al collega il fatto di essere tornato a Torino: “Non si è messo in discussione”.

Capello: “Allegri pigro, che errore tornare alla Juve”

“Tornare alla Juve è stato un errore – è la sentenza di Don Fabio alla rosea -. Avevo detto che Allegri sarebbe diventato un ombrellone, avrebbe attirato tutte le critiche. E così è stato. Ha fatto qualche errore e ha impiegato un po’ di tempo per capire che cosa fare, ma la strada scelta per me è la migliore. Max sa sempre dove andare. Nella decisione in sé, colpevole: aveva un’offerta del Real ed era il momento ideale per andare a Madrid“.

Secondo Capello, Allegri ha peccato di pigrizia: “Diciamo che la Juve era una scelta comoda. All’estero è più dura, devi metterti in discussione, scoprire che i giocatori hanno abitudini diverse. Max mi sembra un po’ pigro, non ha grande interesse a muoversi, preferisce avere Livorno vicina”.

Capello: “La Juve non gioca male ma crea poco”

Capello non boccia in toto la seconda Juve di Allegri: “La Juve di Allegri non gioca male, crea poco… che è diverso. Morata è sempre stato troppo isolato, invece fa meglio quando gioca con una punta come Kean. Ora dobbiamo vedere se, quando tornerà Dybala, Allegri li farà giocare tutti insieme. Questa squadra ha discreti valori, certo non quelli a cui la Juve era abituata. Prendete Cuadrado e Alex Sandro. Mi davano l’impressione di spingere molto, ora non cambiano più ritmo”.

Capello: “Allegri non è aggiornato? E’ uno dei migliori”

“Dicono che non si è aggiornato? Chi parla così, spesso fa riferimento a Guardiola e ai suoi principi di 15 anni fa, mentre ora il calcio d’avanguardia è dei tedeschi. Sono i critici che pensano si debba obbligatoriamente partire da dietro, in ogni azione”.

Mi rivedo in lui. Abbiamo idee simili: non usare un solo sistema di gioco, leggere bene le partite, vincere con i cambi. Lui è uno  migliori allenatori italiani degli anni Duemila. Molto diverso da Conte, ma ugualmente bravo. Conte ha vinto anche in Inghilterra, come Sarri, e questo è giusto metterlo in evidenza. Il numero uno però, non c’è discussione, è Ancelotti. E non si può dimenticare il miracolo di Ranieri col Leicester”.

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