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Juve, il futuro di Agnelli: la Superlega e cosa c'è dietro l'addio a Exor

Il lungo e commosso addio del presidente più vincente della storia bianconera al club del cuore nasconde anche i piani per il futuro: Agnelli non abbandona il progetto Superlega

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Negli ultimi due anni, di questi tempi, la Juventus si era abituata a scendere in campo per giocarsi il primo titolo della stagione, che poi era l’ultimo di quella precedente, ovvero la Supercoppa Italiana. Vittoriosa ai rigori sul Napoli nel 2021, per il primo dei due titoli della breve era Pirlo, ko ai supplementari contro l’Inter 12 mesi più tardi.

Juventus, il doloroso addio di Andrea Agnelli: dopo il crollo di Napoli il passaggio di consegne in società

Ora però per il club bianconero i tempi sono cambiati e a testimoniarlo, dopo la prima stagione senza titoli in bacheca dopo 10 anni di successi ininterrotti, c’è proprio la triste e singolare coincidenza temporale dei primi giorni del nuovo anno.

Mentre Inter e Milan si sono giocate la Supercoppa Italiana a Riyad, infatti, per la Juve sono state ore importanti e storiche sul piano dirigenziale, con la staffetta tra la fine ufficiale dell’era Agnelli e l’insediamento, il 18 gennaio, del nuovo Consiglio di Amministrazione, con il presidente Gianluca Ferrero e l’ad Maurizio Scanavino che hanno ricevuto il testimone proprio da Agnelli e dal suo ex storico vice e fidato collaboratore Pavel Nedved, entrambi visibilmente commossi all’ultimo atto ufficiale della propria lunga e gloriosa era, terminata sul campo con la rovinosa caduta di Napoli.

Andrea Agnelli e la scelta di uscire dal calcio: tutto sul progetto Superlega

Durante la conferenza di addio, tenuta proprio nel corso della prima riunione del nuovo Cda, Agnelli non ha saputo trattenere l’emozione, annunciando al contempo anche la propria rinuncia al posto nei consigli d’amministrazione di Exor e Stellantis. Quale sarà quindi il futuro prossimo, nello sport e nel calcio in particolare, del presidente più vincente della storia della Juventus? Al momento le certezze riguardano la permanenza tra gli azionisti della holding Giovanni Agnelli Bv che incorpora tutto l’impero della Famiglia, e la possibilità di avere più tempo per gestire la holding personale d’investimento Lamse. Difficile, però, immaginare un addio totale e immediato al mondo del calcio, anche perché durante l’ultimo giorno ufficiale da consigliere della Juventus Agnelli ha confermato di essere tutt’altro che intenzionato ad abbandonare il progetto Superlega, che lo vede in prima fila nella famosa A22, la società che lo vede impegnato insieme al presidente del Real Madrid Florentino Perez e a quello del Barcellona Joan Laporta per riformare, anzi stravolgere, dall’interno le fondamenta del calcio europeo.

Il progetto, per molti utopia, è noto così come la lotta con la Uefa: la nuova Champions League da una parte, costruita sul modello dell’Eurolega di basket, la Superlega dall’altra, di certo più elitaria, ma meno amata dai tifosi e, almeno sulla carta, osteggiata dal resto dei club europei. Nel proprio lungo discorso ai soci della Juventus Agnelli ha spiegato il proprio punto di vista, la volontà di combattere la fagocitazione in atto da parte della Premier League, destinata a prendersi tutto il meglio del calcio europeo e mondiale, parole di Agnelli, se non si interviene in tempo.

“La Superlega è già in atto e sta in Inghilterra, il nostro progetto va contro questa tendenza per dare al calcio europeo un assetto più globale”. Parole che spiegano implicitamente perché Andrea Agnelli abbia deciso di rinunciare ad ogni tipo di incarico ufficiale nel calcio, compresi quelli all’interno di Exor, azionista di maggioranza della Juventus. Il prossimo quinquennio di Agnelli sarà all’insegna di questa sfida, da provare a vincere contro tutti o quasi, contro la Uefa di Aleksander Ceferin e contro il calcio oligarchico di Manchester City e Psg. Una sfida magari meno difficile e meno solitaria rispetto a quella iniziata 12 anni fa per riportare la Juventus ai vertici del calcio italiano e che vedrà Agnelli lavorare lontano dai riflettori.

Juventus e Andrea Agnelli: quel futuro intrecciato e l’attesa per le sentenze di marzo

Il tutto con il privilegio di poter guardare dall’esterno, e da tifoso appassionato, le sorti della sua Juventus, che nell’anno del centenario della proprietà Agnelli non avrà più al proprio interno un componente della famiglia con quell’illustre cognome, ma attesa a propria volta a un’altra sfida, quella di ripartire e riprovare a tornare a vincere. Un obiettivo raggiungibile solo dopo aver respinto gli assalti della giustizia penale e sportiva, che inizieranno già venerdì 20 gennaio, quando la Corte Federale di Appello dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura federlae di riaprire il processo sulle plusvalenze, dopo la doppia assoluzione della scorsa primavera.

La vera battaglia da vincere, però, per la quale John Elkann ha deciso di affidarsi ai propri uomini di fiducia, sarà quella dall’accusa di falso in bilancio per la “manovra stipendi”. L’udienza preliminare per l’inchiesta Prisma è fissata al 27 marzo prossimo. Pochi giorni dopo il Corte di giustizia europea emetterà il verdetto definitivo sul futuro della Superlega pronunciandosi sull’accusa rivolta da A22 a Uefa e Fifa di monopolio nell’organizzazione delle competizioni per club, dopo la prima bocciatura da parte dell’avvocato generale della Corte, Athanasios Rantos. I destini della Juve e di Agnelli torneranno ad incrociarsi in primavera.

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