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De Laurentiis, i timori di una nuova Calciopoli: "Il calcio è malato. Juve? Ci penseranno i magistrati"

Il numero 1 del Napoli non si dilegua, anzi: il suo affondo è moltos ecco e riguarda sia il governo sia lo Stato e le istituzioni. Sulla Juve e la vicenda giudiziaria preferisce rimandare il tutto alla magistratura

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

L’esplosione (oltre all’inevitabile effetto implosivo) scaturita dall’inchiesta Prisma della Procura di Torino ha fagocitato la Juventus e ha prodotto quelle reazioni, attese e prevedibili, degli altri attori che concorrono a definire il nostro sistema calcio. Per e nel timore delle ripercussioni che una nuova Calciopoli, se così si può definire, potrebbe provocare. Il numero 1 del Napoli, Aurelio De Laurentiis non ha lesinato parole forti, in questo frangente.

De Laurentiis accusa il governo per il gettito fiscale

“Il governo è sempre stato assente, benché il nostro gettito fiscale sia importantissimo. Una volta c’erano gli schiavi, voi credete che gli schiavi siano finiti? No, siamo tutti ancora schiavi, di una situazione chi più chi meno non piacevole. In casa, in ufficio, nella vita comune, nel non essere protetti in maniera fantastica, nel non essere dei pensionati felici. Molta gente soffre, non riesce ad arrivare a fine mese. Questa è una storia che è peggiorata ma che è sempre esistita. Quale è la panacea per far stare calmi e buoni tutti? Il calcio”,

ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in riferimento alla richiesta del mondo del calcio al governo di poter rateizzare le tasse.

Le accuse di De Laurentiis dopo il caso Juve

De Laurentiis, intervenuto alla presentazione del volume Codice di Giustizia Sportiva Figc dell’avvocato della Federcalcio Giancarlo Viglione al salone d’onore del Coni, ha sottolineato:

“Lo Stato non è stupido, lo Stato lo sa. Però lo ignora, perché altrimenti dovrebbe fare in modo che le leggi sulla modernizzazione del calcio si realizzassero in cinque minuti. Ci vuole pochissimo per cambiare il calcio, visto che è malato ovunque. I conti non tornano”.

Poi l’affondo, una volta introdotta la sua tesi:

Il calcio è malato dall’alto. Perché quando uno non vuol capire che non ci sono sufficienti risorse per poter andare avanti con questa tipologia di campionati, e non si vuole fare la rivoluzione copernicana perché poi bisogna essere rieletti, questo è un problema di tutti quelli che sono sottoposti a rielezione. Nel mondo della politica, dell’industria, dei sindacati e dello sport. Nel mondo dello sport purtroppo la sorveglianza è latente e la volontà di voler modificare e crearsi delle antipatie è difficile trovarla”.

Fonte: ANSA

Aurelio De Laurentiis, presidente e proprietario del Napoli

De Laurentiis sulla Juve: ci penseranno i magistrati

De Laurentiis, però, non ha voluto commentare direttamente la vicenda giudiziaria che coinvolge la Juve attenendosi alle sue argomentazioni e ai temi che gli sono cari. Anzi:

“Non ne parlo. Ci penseranno i magistrati, che stanno verificando. Non è compito mio, ma mi dispiace che il calcio, ma non è solo un problema italiano, non sia poi portatore sempre di quei valori che dovrebbero essere d’esempio per le nuove e le giovani generazioni”, ha detto.

Casini rompe il silenzio sull’inchiesta Juve

L’inchiesta che investe frontalmente la Juventus non porterà una nuova Calciopoli, secondo Lorenzo Casini presidente della Lega Serie A. “Non c’è questo timore, ma guardiamo bene ciò che sta succedendo”, ha commentato.

Ufficialmente in qualità di rappresentante della Lega Serie A, Casini non ha voluto commentare le indagini che riguardano la Juventus:

“Le cose sono in corso e aspettiamo quello che accadrà. Bisognerebbe capire cosa è successo prima di tirare in ballo Calciopoli – ha continuato il presidente -, poi vedremo quando le indagini saranno chiuse e i processi, se ci saranno, saranno stati svolti. Non ho timore di una nuova Calciopoli, ma sicuramente guardiamo con attenzione. Ora è difficile commentare”.

Fonte: ANSA

Casini

Casini e il nodo del debito dei club di Serie A con il Fisco

Come il numero 1 del Napoli, Casini sul nodo tasse che i club di Serie A devono versare allo stato entro il 22 dicembre ha tenuto a rassicurare sul versamento:

“Tutti vogliono pagare, ma farlo in modo ragionevole e rateizzato in cinque anni come la legge prevede. Perché sanzionare delle società per il fatto che lo Stato gli ha consentito di sospendere i pagamenti fiscali? Questo è il punto, non si tratta di aiuti, ma di pagare in modo ragionevole”, ha spiegato.

Poi, parlando della proposta di riforme che la Federcalcio aspetta dalle leghe, ha ribadito come “a metà dicembre la proposta sarà pronta”, poco prima di essere interrotto dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che con sarcasmo davanti ai cronisti ha detto: “Non gli date retta, è schiavo di Lotito”.

Fonte: ANSA

Il ministro Abodi

Inchiesta Juve e la nuova Calciopoli, interviene il ministro Abodi

Sul caso Juventus si tratta di “un club che probabilmente non rimarrà il solo” e questo “ci permetterà di fare pulizia”. La dichiarazione del neo ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, rilasciata allo stesso evento, è assai definita, volta a ribadire un impegno da parte del governo Meloni sul sistema calcio.

“Abbiamo bisogno di sapere presto cosa sia successo e che vengano assunte decisioni per ridare credibilità al sistema, nel principio dell’equa competizione. Ed è evidente che negli ultimi anni non è successo”, ha concluso.

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