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Juventus, Agnelli allo scoperto: Pirlo, il ruolo di Allegri e Superlega

Nel giorno del commosso addio di Fabio Paratici dopo undici anni, duro attacco all'Uefa del presidente bianconero: "Il progetto Superlega è un grido disperato, da Ceferin solo arroganza. Non è stata un'annata fallimentare".

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In casa Juventus è ufficialmente iniziata la restaurazione. Nel segno di Massimiliano Allegri. Giovedì 3 giugno il tecnico livornese, tornato a Torino due anni dopo l’esonero, ha fatto ritorno alla Continassa per un summit con la società volto a programmare le linee guida del mercato.

L’indomani è stato invece il giorno della conferenza stampa d’addio di Fabio Paratici, che lascia la Juventus a scadenza di contratto dopo 11 stagioni piene di successi.

Nel suo ultimo giorno da juventino il dirigente piacentino, nelle mire del Tottenham dove potrebbe riformare con Antonio Conte la coppia vincente dei primi tre scudetti della lunga era bianconera, non ha saputo trattenere le lacrime per il distacco. Al suo fianco il presidente Andrea Agnelli, ugualmente commosso.

Il numero uno della Juventus ne ha approfittato per fare un bilancio della stagione, promuovendo l’operato di Andrea Pirlo: “Vorrei ringraziare Pirlo e tutto il suo staff. Non vedo come un fallimento una stagione con due trofei e l’accesso alla Champions. Se così è, siamo disposti a fallire spesso… È’ stato un anno positivo, ma difficile per i noti motivi legati alla pandemia, ma dal quale tutti dobbiamo saper imparare per gli errori che sono stati commessi”.

Il futuro è però di Max Allegri, a proposito del quale Agnelli fa un annuncio importante: “Voglio sottolineare la determinazione e la voglia che ho visto in Max e nel suo stafff di ributtarsi sul campo, che ci rende estremamente felici. E’ un’avventura di lungo periodo, di programmazione e crescita continua. Quanto all’area sportiva, quando la riorganizzazione sarà completata ci vedremo per una nuova conferenza”.

Poi, il duro attacco all’Uefa e ad Aleksander Ceferin sul progetto Superlega: “La Superlega non è stato un tentativo di un colpo di stato, semmai un grido d’allarme disperato di un sistema che s’indirizza verso l’insolvenza. Il progetto Superlega è stato fin da subito condizionato alla preventiva approvazione da parte della Uefa, con dichiarazioni arroganti che hanno esercitato indebite pressioni su alcuni e con richieste di esclusioni per i tre club che non si sono voluti piegare. Peraltro in totale spregio del tribunale di Madrid. Le basi legali dei ricorsi sono fondate ma il desiderio di dialogo con Uefa e Fifa è immutato. Gli altri sport ci indicano la via, come il basket. Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una riforma delle competizioni, lo facciamo anche per i club che ci hanno mostrato solidarietà: conosco tanta gente in Uefa e so che non tutti la pensano così”.

Queste, invece, le parole di Paratici: “Sono stati undici anni meravigliosi, in un club speciale come la Juventus. Abbiamo vinto tanto e perso tanto. È stata una fortuna troppo grande per me passare dalla Juventus, una grande fortuna per cui sarò sempre grato. Ho dato tutto quello che avevo, mi sono vissuto ogni momento e sono orgoglioso di come mi sono comportato. Ho ricevuto di più di quello che ho dato”. 

C’è spazio anche per un amarcord: “Spesso quando una storia finisce pensi che ti salga un po’ di rabbia, rancore: a me questa settimana non è salito niente. Penso che la Juventus sia fatta per renderti migliore e per questo sono orgoglioso, riconoscente, commosso e anche felice per quanto fatto. Il momento più bello in questi undici anni? Il gol di Borriello a Cesena”.

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